
Photography by Marion Berrin for Paris+ par Art Basel. Courtesy of Paris+ par Art Basel.
L’accordo di sponsorizzazione fra il museo parigino e la parte saudita prevederebbe una “sezione” del Pompidou dedicata
Si arricchisce di particolari la strutturata collaborazione culturale tra Francia e Arabia Saudita. Lo scorso anno il Centre Pompidou di Parigi firmò un accordo di sponsorizzazione venticinquennale con il regno, che si impegnava a versare oltre 50 milioni di euro per sostenere la ristrutturazione del museo, prevista tra il 2025 e il 2030. In cambio, l’intesa prevedeva una serie di benefici per la parte saudita. Ora emergono alcuni dettagli: secondo quanto riportato da Le Quotidien de l’Art, fra questi ci sarebbe la possibilità di riservare all’Arabia un’intera “sezione” del museo. Prospettiva che ha sollevato preoccupazioni tra il personale del museo. I sindacati hanno espresso timori sulla vaghezza del termine “sezione”, temendo che possa trattarsi non solo di un naming sponsorizzato, ma di uno spazio espositivo effettivamente dedicato alla promozione del Regno.
L’amministrazione del museo ha dichiarato che l’applicazione dell’accordo è ancora in discussione e che nulla è stato deciso in via definitiva. Questo patto fa parte di una più ampia collaborazione culturale tra Francia e Arabia Saudita, che include nove progetti condivisi, tra cui un centro di fotografia a Riad e la co-gestione di spazi espositivi ad AlUla. Il sostegno finanziario saudita si inserisce nella strategia Vision 2030, con cui il Regno mira a diversificare la propria economia e a rafforzare la propria immagine internazionale attraverso la cultura e il cosiddetto soft power. Se da un lato l’accordo rappresenta un contributo significativo ai fondi esterni raccolti dal Pompidou per la ristrutturazione, dall’altro apre un dibattito sull’indipendenza istituzionale e sulla trasparenza nella gestione dei rapporti tra cultura pubblica e sponsor internazionali.














