
Ultimi giorni per visitare la straordinaria mostra che alle Gallerie dell’Accademia di Venezia focalizza il ruolo del corpo nel Rinascimento
“La novità del Rinascimento è il poter costruire il nostro corpo come se fosse un vero e proprio atto recitato”. Così, nell’intervista che trovate sotto, Guido Beltramini introduce un aspetto centrale della grande mostra Corpi moderni, alle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Nel Rinascimento il corpo torna al centro di tutto, ed è proprio Venezia l’epicentro dei nuovi studi anatomici, dell’indagine scientifica raccontata attraverso modelli, libri, disegni e sculture. Come del resto chiarisce il sottotitolo dell’esposizione: La costruzione del corpo nella Venezia del Rinascimento. Leonardo, Michelangelo, Dürer, Giorgione.

Nella prima parte dell’esposizione, curata dallo stesso Beltramini assieme a Francesca Borgo e Giulio Manieri Elia, arrivano subito i pezzi forti. Con alcuni degli studi scientifici di Leonardo, riuniti eccezionalmente in un’unica sala. Dal Sistema cardiovascolare e organi del torso femminile, alla Sezione e spaccato assonometrico del cranio. Fino allo Studio proporzionale di corpo maschile, meglio conosciuto come Uomo Vitruviano, culmine della prima fase di ricerca dell’artista sulle proporzioni e sulla rielaborazione teorica del corpo umano, per trovare quali sono le costanti nei corpi diversi.
Oggetto del desiderio
Accanto a Leonardo l’Autoritratto a corpo nudo di Albrecht Dürer, di quasi vent’anni successivo, rappresenta la comprensione del suggerimento leonardesco di misurare e studiare il proprio corpo per conoscerne i difetti e le insicurezze. Mostrandosi in una versione di sé profondamente autentica, senza esitazione o compromessi.

Nella società mercantile veneziana di primo cinquecento, ancorata alla sensualità dei materiali, lo studio dell’anatomia porta ad una riscoperta e diversa raffigurazione del corpo femminile come oggetto del desiderio. Tema della seconda parte della mostra, che è visitabile fino al 27 luglio. Peculiarità dell’arte veneziana dell’epoca sono infatti le raffigurazioni di giovani spose nude immerse in paesaggi, divenute ormai da oggetto di devozione ad oggetto di desiderio. Un esempio è la Donna allo specchio di Tiziano, che nascondendo il seno invita ad un erotismo regolato. Con il pittore ed il proprio soggetto che condividono la stessa autoconsapevolezza.

Self-fashioning
A Venezia la stampa porta all’espansione di questo immaginario erotico, rendendolo merce di un’industria sempre più in crescita. All’interno della mostra è quindi presente l’unica edizione rimasta dei Sonetti lussuriosi (Opuscolo Toscanini) di Pietro Aretino, che fu censurata al tempo da Clemente VII. Una sorta di “kamasutra rinascimentale”, come è stato definito da Guido Beltramini.
Nell’ultima parte della mostra il focus è centrato sulle novità collegate alla persona del corpo moderno, al self-fashioning dell’uomo rinascimentale. Che inizia ad immaginare, costruire e rappresentare la propria identità personale.
Il testo che racchiude il concetto è il Libro del cortegiano di Baldassarre Castiglione: in mostra è esposto l’esemplare posseduto dal re di Francia Francesco I, descrizione dello stile e del comportamento nel Rinascimento delle società occidentali. E l’esposizione presenta alcune delle novità che aiutano a far costruire all’uomo rinascimentale la propria immagine di sé. Come i Set di oggetti da toeletta, contenenti lo specchio, assoluta scoperta tutta veneziana, svolta per la cura del corpo del tempo.
Parabola discendente
Altra scoperta, la creazione di protesi per arti mobili in ferro e acciaio, che andavano a migliorare non solo la funzionalità ma anche il punto di vista estetico. Come nei nasi artificiali in metallo, o nella mano metallica di Ambroise Parè che permetteva la flessione delle singole dita grazie a piccole placche snodabili. Una delle ultime opere esposte è La vecchia di Giorgione. Una donna che guarda malinconica l’osservatore, consapevole del proprio stato, rappresentazione realistica della vecchiaia e del tempo che scorre. Come riporta il foglio che tiene in mano la donna su cui sta scritto: “col tempo”.

I corpi moderni sono quindi il risultato dei nuovi studi anatomici del Rinascimento che si inseriscono in una nuova concezione dell’immagine della persona. Il self-fashioning dell’uomo rinascimentale, un erotismo che vede al centro la donna come oggetto del desiderio, la cura del corpo e degli abiti, l’utilizzo di una nuova chirurgia. E la cognizione che la vita umana è caratterizzata da un’inevitabile parabola discendente.














