
Courtesy Clearing
Dopo quattordici anni di attività e un ruolo di primo piano nell’esposizione di artisti emergenti e affermati, la Clearing Gallery abbassa le serrande. La chiusura riguarda sia la sede di New York che quella di Los Angeles, ponendo fine a un percorso iniziato nel 2011 a Brooklyn e culminato con il trasferimento, nel 2023, in un ampio spazio su tre piani a Bowery.
Si tratta della quarta galleria newyorkese a chiudere in poche settimane, dopo altre realtà di spicco che hanno deciso di cessare l’attività o di trasformarsi in nuove entità. Un segnale che conferma la fase di turbolenza del mercato e del tessuto culturale della città.
Nel corso degli anni, Clearing ha ospitato installazioni monumentali, sculture e dipinti di artisti oggi presenti nelle più grandi gallerie internazionali, oltre a mostre personali di nomi destinati a lasciare il segno. La programmazione recente includeva esposizioni di Coco Young e Henry Curchod, concluse tra giugno e luglio di quest’anno.
Il fondatore, Olivier Babin, in una dichiarazione pubblicata sui social, ha parlato di una decisione “non facile” e dell’impossibilità di mantenere gli standard qualitativi che hanno sempre guidato la galleria. “Fino all’ultimo abbiamo sperato di voltare pagina – ha scritto – ma oggi chiudiamo perché non possiamo più operare secondo i criteri che ci siamo imposti, per gli artisti, i nostri team e la comunità”.
Clearing aveva allargato i propri confini nel 2012, aprendo a Bruxelles, e nel 2020 a Los Angeles. Ma nel 2024, una separazione tra le attività statunitensi ed europee ha segnato una svolta: la sede belga è passata sotto una nuova gestione autonoma, mentre il marchio Clearing è rimasto attivo solo negli Stati Uniti fino a oggi.
Con il messaggio di addio, la galleria ha voluto ringraziare artisti, curatori, istituzioni, collezionisti e tutti i membri dello staff che hanno contribuito a scrivere questa storia, definendola “un’avventura condivisa” il cui successo “appartiene a tutti”.













