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L’arte come sistema vivente. Donato Piccolo a Modena

Donato Piccolo, L’arte del pensiero meccanico, Palazzo Santa Margherita, Modena Donato Piccolo, L’arte del pensiero meccanico, Palazzo Santa Margherita, Modena
Donato Piccolo, L’arte del pensiero meccanico, Palazzo Santa Margherita, Modena
Donato Piccolo, L’arte del pensiero meccanico, Palazzo Santa Margherita, Modena
Oltre 50 opere tra sculture in movimento, robotiche o interattive, tele e disegni per la mostra di Piccolo a Palazzo Santa Margherita

L’opera di Donato Piccolo si colloca in una zona di frontiera, dove il linguaggio artistico incontra la scienza, la filosofia e la tecnologia, generando un territorio nuovo, instabile, capace di ridefinire i parametri stessi dell’esperienza estetica. La sua ricerca non si limita a utilizzare la tecnologia come semplice strumento esecutivo, ma la assume come materia viva, carica di implicazioni concettuali e di potenzialità autonome.

Fattispecie che tornano e ricorrere nella grande mostra L’arte del pensiero meccanico, curata da Lorenzo Respi negli spazi di Palazzo Santa Margherita, a Modena. Con oltre 50 opere, tra sculture in movimento, robotiche o interattive, tele e disegni. Un approccio puntualizzato dal sottotitolo dell’esposizione, “un viaggio tra fenomeni fisici, tecnologia e intelligenza artificiale”.

 

Donato Piccolo, L’arte del pensiero meccanico, Palazzo Santa Margherita, Modena
Donato Piccolo, L’arte del pensiero meccanico, Palazzo Santa Margherita, Modena

Le installazioni e sculture di Piccolo non sono mai oggetti statici. È anzi qui che risiede una delle caratteristiche più dirompenti della sua poetica: l’opera come sistema aperto, capace di generare una propria traiettoria esistenziale, in dialogo con il pubblico e con l’ambiente.

Intelligenza naturale e intelligenza artificiale

Il cuore della sua ricerca è la riflessione sul rapporto fra uomo e macchina, fra intelligenza naturale e intelligenza artificiale. L’artista romano non si limita a tematizzare la tecnologia: la integra in un processo poetico, sollevando interrogativi etici e antropologici di portata universale.

 

Donato Piccolo, L’arte del pensiero meccanico, Palazzo Santa Margherita, Modena
Donato Piccolo, L’arte del pensiero meccanico, Palazzo Santa Margherita, Modena

Che cosa accade quando un artefatto acquisisce una forma di apprendimento autonomo? Dove si colloca la linea di confine fra controllo umano e indipendenza algoritmica? E soprattutto: fino a che punto l’uomo è disposto a riconoscere all’altro-da-sé, anche se artificiale, uno statuto di alterità?

Tali domande trovano corpo in un linguaggio che coniuga rigore formale e forza concettuale, evitando la trappola di un estetismo fine a sé stesso così come quella di un’arte ridotta a illustrazione di contenuti. Nelle opere di Piccolo il mezzo e il messaggio si sostengono a vicenda: la struttura fisica e la tecnologia incorporata sono indissociabili dal pensiero che le genera.

 

Donato Piccolo
Reagire, apprendere, mutare

La ricerca più recente dell’artista si concentra su organismi in grado di reagire, apprendere, mutare. Entità dotate di un comportamento, talvolta imprevedibile, che trascende la volontà stessa dell’artista. È il caso di Lullaby, monumentale installazione che giunge in mostra da Milano dove è stata presentata nella galleria Playlist by Giampaolo Abbondio. Una scultura cinetica autonoma, ispirata alla morfologia di un ragno, “governata” da un sistema centrale dotato di rete neurale artificiale.

 

 

In un panorama contemporaneo spesso dominato dalla prevedibilità e dalla ripetizione, il lavoro di Donato Piccolo introduce l’elemento della sorpresa, dell’imprevisto, persino del rischio. Ogni sua opera diventa un esperimento, un laboratorio in cui il pubblico non si limita a osservare, ma partecipa a una situazione in costante divenire. È in questa apertura al possibile che risiede la sua forza più autentica: un’arte che non offre risposte preconfezionate, ma che ci mette di fronte all’urgenza di pensare, e di pensare adesso, il futuro che stiamo costruendo.

 

Donato Piccolo, Lullaby, L’arte del pensiero meccanico, Palazzo Santa Margherita, Modena

Le sculture in movimento che crea l’artista, spiega Lorenzo Respi, “non sono semplici oggetti di contemplazione, ma vere e proprie macchine dotate di un linguaggio visivo inedito e originale che porta con sé riflessioni antropologiche e sociali sullo sviluppo di modelli di intelligenza ‘altri’, che possono manifestarsi al di là dei limiti del corpo umano e sulla loro capacità di sviluppare autonomie cognitive”.

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