
Mentre molte gallerie riducono attività, il mercante londinese Ben Hunter sceglie la via opposta. In ottobre inaugurerà una sede ampliata della sua galleria al 44 di Duke Street, nel quartiere di St James’s, dove occuperà l’intera townhouse che ospitò la prima White Cube di Jay Jopling.
Hunter, formatosi con Derek Johns e Robert Bowman, ha aperto la propria galleria nel 2018, dopo una parentesi con Orlando Whitfield. Dal 2020 è in Duke Street e, passo dopo passo, ha rilevato più spazi fino a conquistare l’intero edificio. “Quando si è liberato il piano terra ho pensato: perché non riunire le parti di una townhouse bellissima ma frammentata?”, racconta. Ristrutturare un palazzo storico comporta costi elevati, ma per Hunter l’investimento è necessario: “Il mercato primario è molto competitivo e bisogna rispecchiare l’ambizione degli artisti. A volte bisogna cogliere l’occasione”.
Il modello della galleria è diversificato, senza dipendere da un solo artista o da investitori esterni. “Anche se i prezzi si sono ridotti, resta l’interesse all’acquisto. Finché i costi restano sostenibili, c’è spazio per crescere”, sottolinea. Le fiere restano parte della strategia, ma i costi sono in forte aumento. La galleria partecipa a Tefaf, Frieze Masters e Frieze New York, con spese logistiche in crescita esponenziale. “Spedire un’opera a New York un tempo costava poche migliaia di sterline, oggi può superare le 10.000”, dice Hunter.
Nonostante questo, le fiere offrono ancora “contesti di transazione fondamentali”. La priorità resta però avere una sede stabile e attrattiva: “Serve uno spazio capace di motivare artisti e collezionisti”. La Ben Hunter Gallery lavora su entrambi i fronti: arte contemporanea e opere del XX secolo, con attenzione all’arte britannica del dopoguerra. “Siamo a metà tra galleria primaria e mercante tradizionale”, spiega Hunter. L’idea è mettere in dialogo passato e presente: “Lavoriamo con Clementine Keith-Roach, e mi interessa tanto come lei si rapporti a Henry Moore quanto il contrario”.
La nuova sede aprirà in occasione della Frieze Week di ottobre, con la collettiva 44 Duke Street. Saranno presentati lavori di artisti della galleria – Keith-Roach, Phoebe Boswell, Christopher Page – insieme a opere di maestri del Novecento come Frank Auerbach, Ithell Colquhoun, Henry Moore e Bridget Riley. In parallelo, la galleria parteciperà a Frieze Masters con un focus sull’arte britannica del dopoguerra.













