
Casa Aprile, la casa-studio di Meret Oppenheim nel Canton Ticino, accolse esperienze artistiche internazionali. Da David Weiss a Urs Lüthi
Agli inizi del ‘900 Carona, un piccolo borgo nel Canton Ticino, tra il lago di Lugano e il Monte San Salvatore, si configura come un luogo di passaggio e di rifugio in tempo di guerre. Per personalità che si muovono tra i territori dell’arte, della scrittura e dell’impegno politico. È in questo borgo che Meret Oppenheim acquista Casa Aprile, un’ampia casa-studio con giardino, per le sue residenze estive. Alla fine degli anni ’60 e per tutti gli anni ’70, Casa Aprile diventa il cuore pulsante di straordinarie esperienze artistiche internazionali, sull’esempio di centri di ricerca come Monte Verità ad Ascona.
In Casa Aprile a Carona si respira la contro-cultura tipica di quegli anni. Qui si sviluppa una scena artistica alternativa, sperimentale, sia attraverso le diverse espressioni artistiche, che attraverso nuove ricerche musicali e letterarie. Qui le figure femminili hanno grande libertà di espressione e la loro voce è tenuta in grande considerazione.

Tra i protagonisti di quella intensa stagione troviamo figure come David Weiss, Urs Lüthi, Esther Altorfer, Maria Gregor, Peter Schweri e Willy Spiller. L’atmosfera di quella vivace comunità, animata da ironia e libertà, è ora raccontata nel percorso al Museo MASI di Lugano. Attraverso una ricca selezione di materiali, album, libri, lettere, fotografie, documentari, registrazioni sonore, diari e disegni delle artiste e artisti ospiti a Casa Aprile.

La figura di David Weiss
La mostra ruota intorno alla figura di David Weiss (Zurigo, 1946–2012), co-fondatore del celebre duo Fischli/Weiss. David, assiduo ospite di Casa Aprile, disegna, scrive, registra, osserva. Il percorso espositivo, realizzato grazie al figlio Oscar Weiss e alla sua fondazione, mette in luce gli esordi artistici. David per anni si dedica soprattutto al disegno e alla grafica, mezzi che attraversa con grande capacità narrativa. In queste prime opere si respira una certa atmosfera di stampo surrealista, che l’autore ha sicuramente assorbito nella casa-studio di Meret Oppenheim, osservando le opere di Topor, Man Ray, Leonor Fini, Tinguely.

La pratica del disegno, più intima e sperimentale, è per l’autore una sorta di ossessione. Le forme liquide che crea su taccuini, quaderni, o singoli fogli di carta, si fondono le une nelle altre. L’uso delle sequenze ricorda script cinematografici. Così come l’uso della penna BIC rimanda alle sperimentazioni di Jan Fabre. Le linee psichedeliche e lo sguardo poetico sul quotidiano che caratterizzano le opere di questi primi anni sono le premesse della sua produzione successiva nel duo Fischli/Weiss. Soprattutto l’ossessione per la serialità, per sequenze continue di immagini, si ritrovano nel rotare incessante del caricatore a diapositive tipico del duo.
Nell’ampia mostra viene inoltre presentato il progetto Lazy Days (1974), realizzato con l’amico e artista di Zurigo Urs Lüthi; le fotografie di Carona di Willy Spiller, coi suoi protagonisti e i suoi paesaggi; la registrazione dei suoni del borgo intitolata Carona Soundscape, di Anton Bruhin. L’intero progetto espositivo offre la ricostruzione di un micro-cosmo artistico condiviso e gioioso.














