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Anna Rosati. Cattedrali Urbane e la forma invisibile del costruito

Anna Rosati ® - Cattedrali Urbane - Serie Pars Construens, 2019, particolare Anna Rosati ® - Cattedrali Urbane - Serie Pars Construens, 2019, particolare
Anna Rosati ® - Cattedrali Urbane - Serie Pars Construens, 2019, particolare
Anna Rosati ® – Cattedrali Urbane – Serie Pars Construens, 2019, particolare
Tra architettura e percezione, Rosati costruisce un linguaggio che dissolve la città nel pensiero e restituisce alla visione il suo statuto di conoscenza

L’architettura non è più confine, ma linguaggio. Con Cattedrali Urbane, ospitata nello spazio QWork di Bergamo, Anna Rosati propone una fotografia come atto di pensiero: la città non è soggetto, ma pretesto per indagare il rapporto tra forma e memoria. Le sue immagini nascono da un esercizio di osservazione radicale – lo stesso edificio, la stessa inquadratura, ripetuti fino a diventare visione mentale – . Il risultato non è una serie, quanto una struttura poetica in continua trasformazione, dove ogni scatto è una variazione sul tema del tempo.

L’artista, che da anni esplora la soglia tra percezione e astrazione, porta avanti una ricerca precipua ed eterogenea, già premiata in contesti internazionali come i Moscow International Foto Awards, il Luxembourg Art Prize, i Julia Margaret Cameron Awards e gli APA Annual Photography Awards, fondendo rigore tecnico e intensità concettuale, trasformando l’immagine in un mélange ontologico.

 

Anna Rosati, Cattedrali Urbane, Bergamo, QWORK ©Anna Rosati Photographer
Anna Rosati, Cattedrali Urbane, Bergamo, QWORK ©Anna Rosati Photographer

Cattedrali Urbane, che come la mostra è ancora in corso quale progetto di ricerca fotografica, si articola in cinque sezioni o capitoli, come definiti da Azzurra Immediato, – Umbrae, Est, Lux, Pars Construens, Codex – che definiscono un vero “atlante interiore della città contemporanea”. Ogni nucleo, infatti, è una indagine sensoriale sullo spazio e sulla sua memoria, le ombre non nascondono poiché trattengono, la luce non svela poiché interroga.

Profondità percettiva

Le architetture sono trasfigurate da un desiderio di sperimentare colore, grafia, approcci digitali, analogici – dalla Polaroid alla iPhone, passando per la pellicola e la camera oscura sino a transizioni di photo design – sovrapposizioni e trasparenze, fino ad una sorta di dissoluzione in un campo percettivo dove materia e immaginazione coincidono, non una operazione estetizzante, ma un gesto mediante cui la Rosati scardina il linguaggio documentario per restituirgli una profondità percettiva.

In tale processo, la ripetizione assume un valore quasi metafisico. Come già in Deleuze, non è reiterazione ma differenza; non affermazione della forma, ma sua tensione. La città diventa anche in questi scatti organismo, ritmo, proiezione di uno stato mentale. “Cattedrali Urbane reca in sé l’eco di una sacralità laica che assurge ad icona del proprio osservare ed agire,” scrive nel testo critico Azzurra Immediato, cogliendo la dimensione quasi liturgica di un lavoro che coniuga riflessione e rigore.

 

Anna Rosati, Cattedrali Urbane, Bergamo, QWORK ©Anna Rosati Photographer, Ph Giovanna Vettori per All Photo Art
Anna Rosati, Cattedrali Urbane, Bergamo, QWORK ©Anna Rosati Photographer, Ph Giovanna Vettori per All Photo Art
Un riflesso di sé

Il progetto, nato da un’idea dell’avvocato Gianluca Madonna e tradotto nello spazio QWork dall’architetta Arianna Foresti, trova a Bergamo un habitat coerente: un coworking che diventa dispositivo espositivo, dove le immagini dialogano con l’architettura reale come con un riflesso di sé. L’allestimento rinuncia alla frontalità per creare un continuum visivo in cui il visitatore è immerso, come dentro un campo ottico abitabile. L’artista fotografa lavora con la precisione di un architetto e la sensibilità di una poetessa, le sue Cattedrali non celebrano la monumentalità, ma la vibrazione silenziosa del costruito, quel respiro nascosto delle superfici, l’inclinazione della luce, la densità del vuoto.

Ogni immagine diventa un luogo di meditazione sulla forma, sulla permanenza, sul destino del visibile, senza la necessità di essere luogo riconoscibile o, secondo i trend odierni, ‘geolocalizzabile’: è Bologna? È Bergamo? È altrove? È un luogo reale che però si trasla in dimensione oggettiva e senza unica patria. In un tempo in cui la fotografia rischia di dissolversi nella velocità della riproduzione, Cattedrali Urbane restituisce alla visione la sua dimensione lenta, intellettuale, quasi spirituale.

 

Anna Rosati, Cattedrali Urbane, Bergamo, QWORK ©Anna Rosati Photographer
Anna Rosati, Cattedrali Urbane, Bergamo, QWORK ©Anna Rosati Photographer

Sono immagini che quasi si abitano, rendendosi tanto sperimentali quanto commoventi. Probabilmente è questo il segreto di Anna Rosati, ossia aver costruito un linguaggio che, in questo progetto, partendo dall’architettura, finisce per parlarci dell’essere umano, delle sue forme, dei suoi limiti, della sua inesauribile nostalgia di durata.

Anna Rosati. Cattedrali urbane | Urban Cathedral
Fino al 27 novembre 2025
Qwork
Via Palma il Vecchio, 93 – 24122 Bergamo
Orari | lunedì – venerdì 15.00 / 18.00 – sabato su appuntamento
+ 39 3343687909  E-mail: ariannaforesti@gmail.com

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