
Nessuno ferito e “tutti i mezzi dispiegati per recuperare il bottino”, eppure il furto del secolo al Louvre – che è rimasto chiuso domenica “per preservare le tracce e gli indizi per le indagini”, racconta di problemi probabilmente ben più profondi
Il Ministro della Cultura francese, Rachida Dati, ha elogiato il personale del museo per la prontezza dell’intervento, annunciando nel contempo un potenziamento dei sistemi di sicurezza del museo. Perché il furto, come in effetti era prevedibile, ha scatenato una onda di indignazione politica: Jordan Bardella, presidente del partito di destra Rassemblement National, ha definito il furto “un’umiliazione intollerabile per il nostro Paese”, aggiungendo su X: “Il Louvre è un simbolo globale della nostra cultura. Fino a dove spingerà il declino attuale dello Stato?”
L’episodio, come avevamo sottolineato recentemente, giunge in un momento di crescenti preoccupazioni per la sicurezza nel museo più visitato di Francia. A giugno, il personale del Louvre aveva scioperato per protestare contro il sovraffollamento e la cronica carenza di organico, con i sindacati che avevano avvertito come il turismo di massa stesse mettendo a rischio la sicurezza. La Galerie d’Apollon, che affaccia sulla Senna, custodisce anche tesori appartenuti a Luigi XIV, incluso il Diamante Reggente di 140 carati. Il Louvre – che ospita la Gioconda di Leonardo da Vinci – attira quasi nove milioni di visitatori all’anno, con picchi di 30.000 al giorno.
La Francia sta affrontando un’ondata di furti museali negli ultimi mesi. A settembre, i ladri hanno sottratto pepite d’oro del valore di 700.000 dollari dal Museo di Storia Naturale di Parigi, mentre una rapina al museo della porcellana di Limoges ha causato perdite stimate in sette milioni di dollari. “La criminalità organizzata oggi punta agli oggetti d’arte”, ha affermato Rachida Dati, ministro della cultura francese. “I musei sono diventati bersagli.”














