
La prima personale italiana del cinquantenne Mizuta presenta opere su tessuto e carta, installazioni site-specific, ricami, serigrafie e video
“Affiora nella foschia, prende forma e poi vi ritorna”. Così l’artista giapponese Yuji Mizuta presenta la sua opera in occasione della mostra Simulacrum – Breath of Haze, allestita presso Amy.d Arte Spazio Milano, nel cuore del Brera District. Offrendo una chiave per leggere un lavoro che si muove tra dissolvenze, reincarnazioni visive e riscritture della memoria. Visibile fino al 6 dicembre, è prima personale italiana del cinquantenne, curata da Raffaella Nobili in collaborazione con Anna d’Ambrosio.
Il progetto, parte del programma economArt, indaga alcune traiettorie dell’arte performativa nipponica attraverso una pratica che trasforma esperienze fisiche e intime in simulacri, tracce rarefatte della vita in continua metamorfosi. L’artista, raro da vedere in Europa nonostante un percorso espositivo internazionale, lavora con disegno, pittura, collage, tessitura, tintura, ricamo, stampa e video. Traducendo motivi e narrazioni in immagini sospese tra delicatezza e densità simbolica.

In mostra opere su tessuto e carta, installazioni site-specific, ricami, serigrafie e video, tra cui le serie Mie / My Face up to Age 48 (2025), Simulacrum_Sensuous (2025), una video-installazione con Utsuwa composta da sette monitor, le serigrafie della serie Talisman (2019) e nuove tecniche miste su tessuto come Serpentine, Fudoki, The Changeling e Ode to a Nightingale (tutte 2025).
Nebbioso, vago
Il suo immaginario oboroge – nebbioso, vago – mette in scena l’instabilità dell’esistenza. Le opere attraversano riferimenti che spaziano da Jung alla tradizione giapponese di Yaoyorozu no Kami, secondo cui la divinità abita ogni elemento naturale, e intrecciano feticismo, desiderio, gioia, dolore, queerness e fragilità come presenze sussurrate, percepibili come la scia di un incenso. Ogni frammento attiva nello spettatore una risonanza emotiva che ridisegna il ricordo, sempre in bilico tra passato e presente. Tra suono, immagini e materia tessile, la mostra evidenzia la crescita e la coerenza dell’artista, che presenta un repertorio di simboli e narrazioni mature e riconoscibili.

Il percorso è accompagnato dal testo critico Simulacro_custode dell’impermanenza di Raffaella Nobili. In linea con la mission di Amy.d Arte Spazio, votata a decostruire pregiudizi e promuovere nuove visioni, Simulacrum – Respiro della Foschia offre uno sguardo sulle relazioni tra corpo, società, ambiente, tecnologia e politica dell’identità, invitando a leggere la cultura visiva giapponese contemporanea nel suo dialogo costante tra tradizione, rivoluzione e percezione del sacro.










