
Wang Shu e Lu Wenyu dirigeranno la Mostra Internazionale di Architettura, in programma dall’8 maggio al 21 novembre 2027
La Biennale di Venezia annuncia una nuova direzione per la 20. Mostra Internazionale di Architettura, in programma dall’8 maggio al 21 novembre 2027 (pre-apertura 6–7 maggio). Su proposta del presidente Pietrangelo Buttafuoco, il Consiglio di Amministrazione ha nominato alla guida del settore Architettura due protagonisti assoluti della scena internazionale: gli architetti cinesi Wang Shu e Lu Wenyu, fondatori di Amateur Architecture Studio.
Attivi dal 1997 e docenti di lungo corso presso la China Academy of Art, Wang e Lu rappresentano una delle voci più autorevoli nell’architettura contemporanea. Il loro lavoro si distingue per l’attenzione al riuso dei materiali, alla memoria dei luoghi e alle tecniche costruttive artigianali, in aperto contrasto con la logica delle trasformazioni urbane su larga scala. Una visione che unisce tradizione vernacolare e ingegneria contemporanea, proponendo un’alternativa concreta ai modelli prevalenti di sviluppo urbano.
Sincerità, misura e visione
Nel corso degli anni, la coppia ha firmato progetti entrati nel dibattito pubblico globale – dal Museo Storico di Ningbo al Campus di Xiangshan, selezionato dal New York Times tra le opere più significative del dopoguerra – fino ai più recenti interventi per la riqualificazione del villaggio di Wencun e ai complessi culturali di Hangzhou, Lin’an e Xi’an. Le loro opere sono state esposte in istituzioni come il MoMA di New York e il Centre Pompidou di Parigi, mentre a Wang Shu è stato assegnato nel 2012 il prestigioso Pritzker Prize.
Per il presidente Buttafuoco, la loro nomina porta alla Biennale “una visione radicata nella memoria dei luoghi e nella sapienza dei processi costruttivi“, capace di coniugare “responsabilità culturale e genio sperimentale” in un momento in cui il rapporto fra spazio, comunità e ambiente richiede nuove forme di consapevolezza.
In una nota congiunta, Wang Shu e Lu Wenyu hanno espresso gratitudine per l’incarico, sottolineando l’urgenza di un ritorno a un approccio “semplice e autentico” in un panorama architettonico dominato da eccessi concettuali e spinte commerciali: “Oggi i rapidi cambiamenti nell’architettura rischiano di rompere il legame con la realtà dei luoghi. Il nostro impegno sarà quello di riportare al centro sincerità, misura e visione, contribuendo a un futuro migliore“.











