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Un’ombra luminosa. Chiara Guidi ricorda Bruno Paneghini

Bruno Paneghini Bruno Paneghini
Bruno Paneghini
Bruno Paneghini
La critica e curatrice rende omaggio a Paneghini, amico imprenditore e devoto all’arte, scomparso nei giorni scorsi a 61 anni

L’addio non annunciato è sempre l’addio più insostenibile e, tragicamente disorientante. Come pensare però che la realtà non sia permeata dall’incredulità? Come pensare che Bruno Paneghini, il nostro “Bruno del cuore dell’arte”, al risveglio del 29 novembre 2025, ha dichiarato, al nostro ceco dolore, il suo addio, e percepire che tutto questo è intensamente incredulo? Infatti è un addio frastornante che conosce la nostra afflizione profonda, non solo per l’affetto, ma per quella sua alta statura a cui corrispondeva tutta l’altezza del suo animo.

Bruno aveva un’età’ da “giovinezza matura” e il desiderio di apprendere, a tutto tondo, i protagonisti dell’Arte Contemporanea. Dopo anni vissuti con grande concentrazione sul lungimirante lavoro che lo avrebbe portato a fondare la Reti spa, nella sua Busto Arsizio, una società tecnologica e sostenibile che si rivolgeva fortemente ai giovani: il suo grande tesoro. Proprio Lui che plasmava il futuro con la sua conoscenza dell’Arte contemporanea, dove ogni artista rappresentava un capitolo unico, assemblato solo nell’esperito apprendimento.

 

Chiara Guidi con Bruno Paneghini
Chiara Guidi con Bruno Paneghini

Bruno uomo dai toni schietti, diretti: il “fammi sapere” era non solo un invito a inviargli comunicati stampa, foto, inviti, informazioni, ma una sua specifica e originale forma di saluto, che nella stretta di mano, e nell’abbraccio era un dichiarato “ciao a presto”. Allo stesso modo il suo franco ”teniamoci in contatto” era già un sicuro appuntamento che non possedeva alcuna data sull’agenda, ma era sempre un immancabile incontro. Bruno Paneghini, con la sua amata “metà”: l’armoniosa Ilenia, erano il sorriso spontaneo e glamour degli openings, delle fiere, e di ogni incontro conviviale, casuale o mondano.

Le strade dell’arte

I racconti della sua vita erano concisi, ma rigettavano i dettagli che avevano le sfumature. Un esempio, la narrata branda dove aveva scelto di dormire nello studio dove lavorava, come scelta essenziale ed esistenziale, a cui corrispondeva la volontà di non possedere una propria casa e la branda non conservava nessuna difficoltà del vivere. Abbiamo condiviso con Bruno e Ilenia, la loro Versilia: un luogo privilegiato della loro villeggiatura, una Versilia appartata, le spiagge discrete, i giorni nel sole e nelle pedalate, e poi Pietrasanta: l’Hotel Pietrasanta, la Piazza.

Ci sono state anche le notti. Avrebbe preferito ricordare quella vissuta, come un rito pagano, che sussurrava il noto statemet: “come può il caos generare una stella danzante”, vissuta la sera di San Lorenzo del 2024. In una trepidante tavola organizzata da Eduardo Secci abbiamo infatti consumato con euforia la festa volteggiante con Alessandro Ristori, mentre noi in realtà, sommessamente ci preoccupavamo solo di non tralasciare, nella memoria, l’elenco delle opere di Marco Mazzucconi degli Anni Novanta.

 

L'ombra di Paneghini nell'opera interattiva di Alberto Biasi
L’ombra di Paneghini nell’opera interattiva di Alberto Biasi

L’opera permanente e interattiva di Alberto Biasi, nella Chiesa di San Fedele a Milano: “Diventare luce”, vissuta in questa primavera, è stata l’attraversamento e lo stupore di Bruno. Infatti come ci insegna l’opera: bisogna decidere di “fare verità”, attraversare quella luce, lasciare la nostra ombra luminosa: per farci superare sia il senso della vita e sia il senso del divino. Ora quella stessa proiezione della sua ombra, appare netta e indelebile. “Abitato dalle strade e dai ricordi” è un’opera di Vincenzo Agnetti, a lui molto cara, e per questo addio, possiamo parafrasarla, per averne la sua memoria: “abitato dalle strade dell’arte e dai ricordi che terremmo sempre con noi”.

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