La notizia è di questi minuti: la mega galleria svizzera con sedi in tutto il mondo avrebbe acquisito il palazzo storico nel quartiere Kalsa di Palermo per farne il loro avamposto in Italia
Di una clamorosa trattativa si era parlato nel 2018, durante i ruggenti mesi di Manifesta: ai tempi si vociferava di un interessamento, da parte della mega galleria svizzera, per Palazzo Costantino, ai “Quattro Canti” della città. La trattativa sfumò, ma a quanto pare Hauser & Wirth – che conta sedi in tutto il mondo, tra New York, Los Angeles, Londra, Somerset, Zurigo, St. Moritz, Gstaad, Basilea, Minorca, Chillida Leku, Monaco, Parigi, Hong Kong – non ha rinunciato all’idea di aprire un avamposto a Palermo. E pare che il fatidico momento sia arrivato: stando a quanto riportato su Repubblica Palermo, la galleria avrebbe acquisito Palazzo De Seta, nel cuore della Kalsa, a pochi passi da Palazzo Butera di Massimo Valsecchi.
Stando a quanto riporta il quotidiano, l’affare sarebbe stato siglato a metà novembre. Adesso si attende la scadenza del termine di prelazione di sessanta giorni che spetta alla Regione siciliana e al Ministero della Cultura, dato che è un bene con vincolo storico-monumentale.
Proprio Palazzo De Seta, durante Manifesta, è stata una delle “venues” più visitate e apprezzate della biennale. Un palazzo dall’aura affascinante e fatiscente di cui la mega galleria ha colto le potenzialità, anche in termini di spazi: parliamo di ben duemila metri quadrati tra il piano nobile, l’ala che si affaccia verso l’NH Hotel, l’altra ala connessa alla Porta dei Greci e poi una palazzina che sarà destinata a uso ufficio. Il Palazzo era di proprietà dell’ANCE, Associazione Costruttori Edili di Palermo, che negli ultimi vent’anni hanno consolidato, ristrutturato e mantenuto il Palazzo. L’Associazione manterrà comunque i propri spazi.
Se la trattativa si concluderà positivamente, con l’apertura di una nuova sede di Hauser & Wirth, sarebbe una grande rinascita non solo per Palazzo De Seta, ma per tutta la città. Che possano finalmente tornare l’atmosfera, l’offerta di qualità e il dinamismo culturale che hanno caratterizzato l’oramai mitologico 2018?
