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Addio a Frank Gehry, gigante dell’architettura contemporanea

Frank Gehry Frank Gehry
Frank Gehry
Frank Gehry
Considerato un visionario capace di trasformare l’architettura in scultura, Gehry ha ridefinito il ruolo dell’architetto come creatore di esperienze emotive e urbane

È morto oggi, 5 dicembre 2025, all’età di 96 anni, l’architetto canadese-statunitense Frank Gehry. La notizia è stata confermata dal suo staff: Gehry si è spento nella sua abitazione di Santa Monica, in California, a causa di una breve malattia respiratoria. Considerato un visionario capace di trasformare l’architettura in scultura, Gehry ha rivoluzionato l’immaginario urbano con edifici diventati simboli globali. Tra le sue opere più celebri spicca il Guggenheim Museum di Bilbao, inaugurato nel 1997, un capolavoro di superfici in titanio e forme fluide che ha dato vita al cosiddetto “Bilbao Effect”. Dimostrando come un singolo edificio possa rigenerare l’identità economica e culturale di una città.

 

Guggenheim Museum Bilbao, Credits Guggenheim Museum Bilbao

Altrettanto iconica è la Walt Disney Concert Hall di Los Angeles, con le sue linee metalliche ondulate che sembrano catturare il movimento dell’aria e del suono, diventando uno dei luoghi culturali più riconoscibili degli Stati Uniti. Gehry ha firmato altri progetti immaginifici, come la Fondation Louis Vuitton a Parigi, e numerosi complessi culturali, musei e spazi pubblici in tutto il mondo. Spingendosi sempre oltre i limiti della tecnologia e della modellazione digitale.

 

Fondation Louis Vuitton @ Gehry Partners, LLP and Frank O. Gehry @ Fondation Louis Vuitton / Polka Galerie / Yves Marchand et Romain Maffrem 2014

Il suo rapporto con l’Italia non ha portato alla realizzazione di opere da lui firmate, nonostante l’architetto sia stato protagonista di una grande retrospettiva alla Triennale di Milano. E abbia elaborato proposte rimaste sulla carta, come il progetto del Venice Gateway, per collegare l’aeroporto Marco Polo al centro di Venezia. La sua eredità resta immensa: Gehry ha ridefinito il ruolo dell’architetto come creatore di esperienze emotive e urbane. Cambiando il modo in cui pensiamo gli edifici e il loro impatto sulle città.

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