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Lessico famigliare. La bottega dei Bellini e l’alba del Rinascimento a Venezia

Giovanni Bellini, Madonna col Bambino, Pinacoteca Malaspina, Pavia Giovanni Bellini, Madonna col Bambino, Pinacoteca Malaspina, Pavia
Giovanni Bellini, Madonna col Bambino, Pinacoteca Malaspina, Pavia
Giovanni Bellini, Madonna col Bambino, Pinacoteca Malaspina, Pavia
La mostra al Palazzo delle Paure introduce nella bottega dei Bellini, Jacopo il padre e i figli Giovanni e Gentile, pittori ufficiali della Serenissima

Il lavoro nella bottega dei Bellini è un impegno a tutto tondo che rende fruttuosa la pratica pittorica nella Venezia tra il XV e il XVI secolo, in competizione con l’altra importante bottega, quella dei Vivarini. Il padre Jacopo cede la direzione dell’impresa artistica ai figli nella fase in cui si sta passando dal tardogotico al Rinascimento. Pur rimanendo fedele alla propria cifra stilistica, fondata sulla raffinatezza del gotico internazionale, si apre lui stesso alle novità che i due fratelli portano in studio, a sentire il curatore Giacomo Albero Calogero.

La pittura di Jacopo

Della pittura elegante ricca splendida di Jacopo si trova in mostra la Madonna col Bambino di Lovere del 1450 circa, è una di quelle “basilisse punteggiate di luce siderale” come la definisce Roberto Longhi in cui il pittore cerca di far convivere la più solenne e sacra tradizione di Venezia con modelli profani del suo maestro Gentile da Fabriano. Anche se cerca di attenuare la tradizionale e rigida maestà bizantina utilizzando reperti dei più giovani pittori di estrazione padovana, tra cui il futuro genero Andrea Mantegna: il basamento in marmo rosa con la sua impostazione illusionistica dello spazio; il cordoncino penzolante del libretto; il cartellino con la firma scritta in capitale epigrafica (“iachobvs belinvs”), appena incollato sul fronte del parapetto.

 

Jacopo Bellini, Madonna col Bambino, Pinacoteca dell'Accademia Tadini, Lovere
Jacopo Bellini, Madonna col Bambino, Pinacoteca dell’Accademia Tadini, Lovere
La pittura di Giovanni

Di Giovanni Bellini che trasporta la pittura veneziana verso il tonalismo e Dürer troviamo La Madonna col Bambino, databile tra il 1450 e il 1455, opera d’esordio conservata nella Pinacoteca Malaspina di Pavia. Il pittore dipinge il quadro nel periodo in cui lavora ancora nella bottega paterna. Infatti è tipica di Jacopo picchiettare il mantello della Vergine con una miriade di grani d’oro, una tecnica che lo stesso Jacopo riprende da Gentile da Fabriano.

Anche la grazia angosciosa e lo struggente sentimentalismo che accomuna la madre, con gli occhi appena aperti e allungati, al figlio paffuto in precario equilibrio sul davanzale, nascono sempre dagli stilemi di Jacopo. Ma in Giovanni le forme sono più compatte, maggiore la plasticità delle figure. Quei certi riverberi “metallici”, appaiono chiaramente influenzati dagli esempi ormai famosi di Mantegna e degli altri seguaci di Donatello a Padova. Servendosi solo della luce e del colore, tralasciando architetture prospettiche e senza ricorrere allo sfumato di Leonardo, l’artista riesce a dare al quadro una profonda spazialità.

 

Nascita della Vergine, Bottega Bellini
Nascita della Vergine, Bottega Bellini
Il coinvolgimento della bottega

Nascita della vergine. Questo quadro, giunto in mostra dalla Galleria Sabauda di Torino, raffigurava un ciclo, dedicato alla vita della Vergine e di Cristo, dipinto in una sala della Scuola grande di San Giovanni Evangelista a Venezia e commissionato a Jacopo Bellini, che ne era membro, intorno al 1452. Come pensavano già Roberto Longhi e Federico Zeri, è probabile che fu lo stesso Jacopo ad occuparsi a progettare le scene rappresentate nei vari teleri. Anche se poi la loro messa in atto ha coinvolto la bottega. In particolare il figlio Gentile, più portato alla pittura narrativa e di ampio formato, con l’aiuto di Giovanni.

La mano di quest’ultimo è stata riscontrata nella fantesche che organizzano il bagno alla neonata. Il gruppo più legnoso delle tre donne a sinistra dovrebbe appartenere a Gentile. Secondo un’interpretazione del 1990 nella tela persiste una figurazione “calma, pausata e monumentale”. La volumetria più moderna e aggiornata. Caratterizzata dal naturalismo dei volti e dei panneggi se confrontati con i procedimenti del gotico internazionale. Dal quale invece derivano gli inserti aurei e i racemi preziosi delle stoffe.

Lessico famigliare. La bottega dei Bellini e l’alba del Rinascimento a Venezia
Lecco, Palazzo delle Paure
Fino all’8 Marzo 2026
Curatore: Giacomo Alberto Calogero
Orario: martedì: 10 – 14. mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica: 10 – 18

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