
Un filo conduttore estemporaneo, guidato da Andrea Contin, curatore della rassegna e a sua volta artista performer, con gli interventi di Luisa Cassandra Bruni, LETIA-Letizia Cariello, Carola De Marchi ed Eugenia Ingegno, Zehra Doğan, Julia Krahn, Il Circo Rurale di Rikyboy, Carmen Schabracq, Stefano Tolusso, Luca Vallie il duo VENERDISABATO. Diverse generazioni, provenienze geografiche, poetiche e sensibilità si alternano in una serata unica, dove la fragilità diventa linguaggio e la presenza fisica si fa spazio di relazione, resistenza e visione: ecco “Corpi sul palco” edizione 2025, una notte speciale al teatro Factory32 di Milano
I capelli di una bambina entrano ed escono dal cannone di un carro armato mentre una giovane donna ci parla della scuola coranica, dei curdi e degli hezbollah, la treccia non si scioglie e la situazione di guerra è semplicemente quella in cui si trova sospesa mentre il padre emigra e gli altri le spiegano come essere una buona musulmana.
Zehra Dogan, Force Counterforce


Nel buio completo una voce mi sussurra nell’orecchio: di notte un topo mi aspetta sempre alla stessa ora. Per capire chi lo fa devo accendere una torcia, è così per tutti, il pubblico seduto, incuriosito, si gira, mormora, ripete le frasi, sprazzi di luce e di parole.
Carola Demarchi ed Eugenia Ingegno, Sotto la lingua

Due pupazzetti molto nasuti appoggiati ai due lati del palco, un’automobilina telecomandata con uno smartphone sul tetto viaggia senza sosta da uno all’altro proiettandoli a tutto schermo sull’intera parete del teatro mentre biascicano una conversazione surreale, divertente da scoprire.
Luca Valli, Met e Sam fanno la cosa giusta.
Un ragazzo e una ragazza si siedono su due sedie davanti al pubblico, il faro dritto negli occhi, ficcano qualcosa nel forno a microonde apparso accanto a loro e mentre sentiamo qualche scoppiettio non riusciamo a sentire i loro commenti e bisbigli, esattamente come faremmo noi con lo spettacolo, loro lo fanno col pubblico. Poi i popcorn son pronti e loro se li mangiano felici mentre i nostri neuroni specchio, affamati, ci fanno salivare.
VENERDÌSABATO, Colpi sul palco

Un animale epico arrivo, una creatura delle favole arriva, coloratissima, il suo manto è blu e coperto di cuori e di diavoli, le corna ficcate nel copricapo di lana, il volto nascosto da un ricamo, le mani da guanti bordeaux. La creatura svolge un enorme fagotto posato su di un tavolo dietro di lei ed estrae due grandi tette che nascondono un piatto e una maschera, la indossa senza vederci, poi estrae degli occhi, gli occhi di Santa Lucia, oggi è Santa Lucia. Si siede a tavola, la tavola imbandita coi piatti e gli occhi. Estrae altri occhi, li strizza e in bocca le colano lacrime blu che di blu le tingono la lingua, poi scompare.
Carmen Schabraq, Lucia
Nella cantilena di un video dove voci di bambini recitano i nomi della settimana in tutte le lingue, un rosone gira senza fine su sé stesso e noi perdiamo cognizione del tempo.
Letizia Cariello, Castello interiore

Due bizzarri giovinastri, uno col cappotto desueto dell’esercito svizzero, l’altro col cappuccio africano delle milizie anti-jihadiste l’altro, sovrappongono le loro voci narranti, il complottismo delle Torri Gemelle da una parte, le certezze scientifiche sulla civiltà dell’Uomo di Neanderthal dall’altra, creando un loop sonoro che fonde cronaca e storia, verità e menzogna, che diventa un mantra ipnotico frastornante e provoca il più spontaneo degli applausi in scena.
Stefano Tolusso con Edoardo Camporese, La società dell’uomo di Neanderthal
Per chiudere, un circo campestre, dove il direttore libera un umano dalla gabbia. Il lavoro molto ironico, l’umano un boomer molto goffo, alla ricerca di successo istantaneo che reppa, sic, e ci insegue fuori dalla platea cercando di vendere improbabili libri di poesia.
Il circo rurale di Rikyboy con Andrea Nani
Queste, e altre, sono le performance di artisti – molto established o giovanissimi – vivaci, veraci, assurde, poetiche e politiche che Andrea Contin ci ha presentato a “Corpi sul palco”. È un festival annuale vivido e tenace, fatto di curiosità continua, ricerca minuziosa e grande cura, curioso e resistente, nei temi e nel tempo, in un piccolo teatro gremito a Milano sud, un luogo così bello che uscendo si vedono le stelle, la cintura di Orione brillando sopra di noi, come in un sogno.
Un festival come un sogno, grazie a tutte le artiste e gli artisti, grazie Andrea, ancora!









