Vi scrivo da un aereo che torna da NY, dove sono stata per tre giorni ad accompagnare il tour delle highlights delle aste di arte impressionista e moderna di febbraio a Londra (9-10)
Eccovi alcune considerazioni:
1) 22 delle opere piu’ importanti delle aste di febbraio sono state esposte a Hong Kong (nella sede di Christie’s) all’inizio di gennaio e, da li’ direttamente, sono arrivate a New York, nella sede centrale di Rockefeller Centre, per una mostra (molto ben curata) a fianco del monumentale autoritratto di Warhol e altre opere dell’asta di Post War.
NY in questi giorni e’ ‘invasa’ dal pubblico dell’arte antica, e il senso di osmosi, sinergia e scambio tra le avanguardie storiche e gli Old Masters non mi e’ mai sembrato cosi’ intenso. Clienti tradizionalmente attratti dai maestri antichi guardano ora anche Fontana, Manzoni, Picasso e Magritte. Mercanti e privati sono passati in gran numero all’esposizione, curiosi e attenti, colti e pieni di entusiasmo acquisitivo. Quindi anzitutto: grande senso di ‘cross-buying’ e di superamento dei confini dei generi collezionistici classici, animato da un desiderio di scoperta, fusione dei periodi, giustapposizioni sperimentali e ricerche estetiche nuove.
2) Globalizzazione del mercato a 360 gradi. Ho passato le giornate newyorkesi, pienissime, con agenti di miliardari coreani, seguiti dai mercanti che rappresentano gli sceicchi medio-orientali, e dai grandi nomi dei professionisti americani, attivi per gli ancora molto potenti compratori americani (Aquavella, Abigail Asher, Gagosian…). E tanti italiani! Tutti conoscono benissimo gli artisti, le opere, le condizioni, e si muovono alla ricerca della qualita’ con determinazione ma senza prendere scorciatoie. Si ha l’impressione che nuove collezioni private, eccezionali, stiano definendosi – con una forte vocazione pubblica: diventeranno musei, o parte di musei. La destinazione pubblica rende ancora piu’ seria e ponderata la ricerca, perche’ solo il meglio puo’ essere accettabile.
3) In questo contesto di scambi globali su una scala mai osservata precedentemente, il mercato di alcuni artisti cambia radicalmente, e per sempre. Artisti sino ad ora con forti radici e basi collezionistiche nazionali fanno il salto internazionale che porta ai records. Alcuni esempi: Natalia Gontcharova, il cui mercato e’ cambiato moltissimo nell’ultimo quinquennio. Le sue opere venivano offerte nel contesto delle aste di Arte Russa. Adesso un suo capolavoro del 1912 e’ sulla quarta di copertina del catalogo della nostra Evening sale di Impressionist and Modern Art del 9 Febbraio. Il suo cubofuturismo e’ riconosciuto come avanguardia internazionale, alla stregua di Picasso, Braque, i Futuristi… Da 300,000 pounds, i valori di Gontcharova sono saliti fini a 5 milioni di pounds nel giro di 7 anni. Gontcharova e’ adesso l’artista donna piu’ cara del mondo. Non la seguono piu’ solo i Russi, il suo mercato ha un respiro pan-europeo.
Altro esempio: Stanley Spencer, eccezionale artista figurativo inglese della terza-quarta decade del Novecento. Maestro riconosciuto di Freud, che dichiara apertamente il suo debito nei confronti di Spencer. Ormai ha varcato i confini del Regno Unito. I suoi capolavori, raramente disponibili sul mercato, sono ricercati da Americani, Svizzeri, Asiatici. I prezzi sono saliti a un livello totalmente diverso.
In questo contesto, il mercato di Morandi e’ esemplare. Ci sono 2 Morandi molto belli in offerta a febbraio, uno da Christie’s e uno da Sotheby’s. Sono eseguiti a un anno di distanza l’uno dall’altro. Quello di Sotheby’s e’ stimato £800,000-1.2; quello di Christie’s £700,000-1.
L’offerta di queste opere e’ stata catalizzata senza dubbio dal prezzo altissimo spuntato dal Morandi della collezione Palevski, presentato da Christie’s a NY in Novembre 2010 (tre mesi fa). Ben 11 potenziali compratori si sono battuti per questo quadro. C’erano americani, italiani, svizzeri, e alcuni compratori asiatici. Prima dell’asta, un senso palpabile di eccitato interesse. Un mercato totalmente globale, interessantissimo, che ci fa capire come Morandi sia ormai un fatto internazionale. Certo, da sempre Morandi ha attratto un pubblico che valicava i confini italiani – basta guardare la provenienza del Morandi offerto da Christie’s tra due settimane, che era gia’ con il leggendario mercante Curt Valentin, a NY, negli anni cinquanta – pochi anni dopo l’esecuzione. E, certamente, durante il boom degli anni 80, i collezionisti giapponesi avevano seguito il nostro artista con accanimento: l’estetica di equilibrio minimalista, di ricerca di un ordine attraverso sottilissime variazioni compositive e pittoriche e’, secondo me, molto vicina alla sensibilita’ asiatica.
Ma mai come ora notiamo una dilatazione geografica dell’ interesse per il nostro artista. Oggi la Cina si viene ad aggiungere alla catena dei potenziali compratori. E di colpo Morandi spunta prezzi alti non solo per i rarissimi capolavori metafisici degli anni 20, come l’attuale record del mondo, ottenuto da Christie’s nel 2007 a Londra, ma anche per opere eleganti, complete e complesse degli anni 50, come il Morandi che offriamo tra due settimane.