Abbiamo parlato di loro, ci hanno fatto incuriosire, hanno scatenato polemiche, hanno rappresentato l’eccellenza italiana e internazionale. Chi sono i personaggi del mondo dell’arte di questo trascorso 2014? ArtsLife ne ha scelti 10 per voi.
10° posto – Duncan Campbell
Duncan Campbell ha vinto il Turner Prize 2014, il premio d’arte promosso dalla Tate Britain di Londra giunto alla sua 30^ edizione. Con una cerimonia presieduta dal beniamino di Hollywood Chiwetel Ejiofor, Campbell ha conquistato la giuria quasi all’unanimità.
Nato a Dublino nel 1972, è destinato a seguire le orme del successo dei passati vincitori del celebre premio d’arte londinese, da Rachel Whiteread, a Damien Hirst, a Steve McQueen.
9° posto – Patrizia Sandretto Re Rebaudengo
Collezionista, fondatrice della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, esempio di stile e personalità di spicco nel panorama dell’arte. Patrizia Sandretto è l’unica signora dell’arte italiana. E noi già lo sapevamo.
Ma quest’anno ad accorgersene è stata anche la piattaforma Artnet che nella classifica internazionale delle 100 donne più influenti nell’arte, ha piazzato la nostra Patrizia Sandretto, unica donna italiana in lista, alla 78^ posizione. Ad ArtsLife nel 2012 aveva raccontato che collezionare fa parte del suo dna: “Ho iniziato da bambina: raccoglievo scatoline portapillole che schedavo su un quaderno”.
8° posto – Vittorio Sgarbi
Il 2014 del Vittorio “nazionalpopolare” è iniziato con una rincorsa al titolo di direttore del Museo Pecci di Prato, accordato poi a Cavallucci. E – ovvio – le polemiche di Sgarbi non sono mancate. Ma il sole è tornato a splendere con la nomina ad ambasciatore delle belle arti per Expo, e il più noto critico d’arte italiano ha iniziato a scrivere la sua lista dei desideri per il grande evento milanese.
Al primo posto i Bronzi di Riace che diventano l’argomento caldo della piovosa e anomala estate italiana. Segue la Venere del Botticelli e il Cavallo di Leonardo che lui vorrebbe spostare da San Siro a Palazzo Lombardia. Il no dei Bronzi scatena l’ira del Vittorio nazionale: “Reggio Calabria non è in Italia”, affermazione seguita poi dalla rettifica “E’ l’Italia che non è in Calabria” e accompagnata da plurimi insulti alla commissione.
E dopo aver espresso la volontà di mettere… in posti poco consoni il grattacielo di Fuskas che sarà la nuova sede della Regione Piemonte, Sgarbi si è lasciato trasportare da una lode al fondoschiena, definendolo “pura forma, musica e potere”.
Caro Vittorio, le tue sfuriate ci hanno tenuto compagnia per tutto il 2014, facendoci sorridere, riflettere e appassionare. Ora aspettiamo di vedere l’Expo…!
7° posto – Banksy
A maggio vinceva i Webby Awards e diventava il personaggio più popolare sul web. A giugno Sotheby’s gli dedicava una “Retrospettiva non autorizzata” e nell’estate Bonhams aggiudicava a 125 mila sterline due sue opere, acquistate un anno prima da una donna neozelandese presso un ambulante di New York per 60$.
Di lui non si conosce niente a parte il nome con cui si fa chiamare: Banksy. Ma ciò che importa agli appassionati non sono le sue generalità, bensì la sua street art satirica, di attualità e pungente che continua a riempire i muri delle città di tutto il mondo.
6° posto – Jeff Koons
Tre importanti retrospettive – due a New York e una ancora in corso al Centre Pompidou di Parigi; prezzi milionari all’asta; e una recente accusa di plagio per un’opera molto simile ad una pubblicità anni ’80. Anche quest’anno Jeff Koons non si è fatto mancare niente.
Dopo l’album realizzato con Lady Gaga nel 2013 e la BMW dalla coloratissima carrozzeria che porta la sua firma, l’artista vivente più costoso al mondo ha continuato a far parlare di sé anche quest’anno. Qualcuno lo ha definito fuori moda. Sarà. Ma intanto a Parigi è record di visitatori per la sua mostra.
5° posto – Karlheinz e Agnes Essl
L’azienda è in crisi. Licenziamo, direbbero molti dirigenti. Ma non loro. I coniugi Essl per salvare 4000 posti di lavoro alla Baumax, la loro catena austriaca di negozi di bricolage, hanno invece pensato di mettere in vendita la loro ricchissima collezione d’arte.
7000 opere in tutto raccolte dalla coppia nel corso di cinquant’anni. I coniugi Karlheinz e Agnes Essl avrebbero voluto vendere l’intera collezione allo stato austriaco, ma l’idea non era stata particolarmente apprezzata dai politici locali, così è stata Christie’s ad ottobre ad occuparsi della dispersione delle opere.
Nell’atmosfera febbrile di Frieze, a Londra sono state così proposte ai buyers 43 opere per un fatturato totale di 46,8 milioni di sterline.
4° posto – Stefano Boeri
Dopo il licenziamento dall’assessorato alla cultura di Milano avvenuto nel marzo 2013, ecco la rivincita dell’architetto milanese. Il suo Bosco Verticale, il grattacielo di Porta Nuova progettato da Boeri Studio, si è aggiudicato infatti lo scorso novembre il titolo di grattacielo più bello al mondo. “Il Bosco Verticale è un progetto meraviglioso!
Espressione del bisogno umano di contatto con la natura. I grattacieli boscosi sono un vivido esempio di simbiosi tra architettura e natura. Il progetto è un’idea radicale e coraggiosa per le città di domani, rappresenta sicuramente un modello per lo sviluppo di aree ad alta densità di popolazione in altri paesi europei”.
Descritto ed elogiato con queste parole il palazzo milanese alto 151,3 metri, ha surclassato gli altri grattacieli, e Stefano Boeri è senz’altro diventato un orgoglio italiano.
3° posto – Maurizio Cattelan
Per la Design Week meneghina il suo dito medio è diventato un souvenir e già qualcosa sembrava preannunciare che sarebbe stato uno dei personaggi dell’anno. Poi la nomina: Maurizio Cattelan curatore di One Torino 2014, l’evento collaterale ad Artissima.
La mostra (visitabile fino all’11 gennaio a Palazzo Cavour) intitolata “Shit and Die “, letteralmente “Caga e Muori”, ha provocato risolini e facce incuriosite nell’art system, e ha saputo raccontare attraverso opere di oltre sessanta artisti la storia e l’essenza di Torino, città di punta nell’orizzonte italiano dell‘arte contemporanea.
Dalle ricerche di antropologia criminale di Cesare Lombroso, al design Olivetti; dallo studio di Camillo Benso Conte di Cavour, ad artisti emergenti e affermati della scena nazionale e internazionale, come Linda Benglis, Enzo Cucchi, Alessandro Mendini e Aldo Mondino, fino all’arte povera. “Shit and Die– affermavano gli organizzatori – è stata concepita come una composizione soggettiva, ossessiva e arbitrariamente non esaustiva, in cui il vero protagonista rimarrà il visitatore”.
2° posto – Dario Franceschini
Al secondo posto il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini. “E’ un onore guidare il ministero dei Beni culturali in un paese che ha il più grande patrimonio nel mondo” – aveva affermato alla sua nomina. “Per troppi anni questo è stato un ministero bistrattato, questo governo ha scelto di renderlo centrale.
E’ il più importante ministero economico del nostro paese”. In questi 10 mesi di mandato Franceschini ha riformato il Ministero imponendo una rotazione delle cariche. Ha introdotto l‘Art Bonus, ovvero detrazioni fiscali fino al 65% per imprenditori e privati che investono in arte. Si è detto favorevole al coinvolgimento dei privati nella conservazione e gestione dei beni culturali e le sue Domeniche gratis al museo hanno registrato un boom di visitatori nelle istituzioni di tutta Italia.
Bravo Franceschini! Dimostraci che con la cultura si può mangiare!
1° posto – Vincenzo Trione
Classe 1972, napoletano, Vincenzo Trione è stato scelto come curatore del Padiglione Italia alla 56esima della Biennale di Venezia.
Il titolo della sua proposta curatoriale è Codice Italia. Professore di Arte e Nuovi Media e di Storia dell’Arte contemporanea all’università Iulm di Milano, dove è vicepreside della Facoltà di Arti, Turismo e Mercati e coordinatore della laurea triennale in Arti, Design e Spettacolo e della laurea magistrale in Arti, Patrimoni e Mercati.
È stato commissario della 14/a edizione della Quadriennale di Roma (2003) e direttore generale di “Valencia 09 Confines Tassajes de Lasartescontemporaneas”. Ha curato prestigiose mostre in musei italiani ed esteri.