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Viaggio nell’arte italiana del XIV e XV secolo alla Galleria Sarti

SIMONE DEI CROCEFISSI (particolare)
SIMONE DEI CROCEFISSI (particolare)

Ventitré capolavori di grandi maestri italiani del XIV e XV secolo saranno in mostra nella galleria Sarti (137, rue du Faubourg Saint-Honoré, Paris 8ème) dal 23 aprile al 30 luglio 2015. L’esposizione,  dal titolo Chefs-d’œuvre italiens des XIVème et XVème siècles, propone un viaggio virtuale attraverso otto regioni italiane: Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Lazio. Questo percorso permette di comprendere le loro specificità e le interazioni che hanno permesso all’arte di evolversi.

Alcuni dipinti esposti:

VENETO
sarti 1
Vergine con Bambino in trono 1380 circa. Tempera e oro su tavola – 97 x 49,7 cm

 

ALTICHIERO DA ZEVIO
(Zevio [Verona], circa 1330 Verona, circa 1390)
Questa Vergine con Bambino, severa e monumentale, seduta su un trono di magnifica architettura, è l’opera di un’artista veronese molto importante. Altichiero reinterpreta infatti l’arte di Giotto, alla ricerca di un nuovo realismo. Ed è così che questo grande innovatore anticipa il tardo Gotico.
Conosciuto soprattutto per i suoi affreschi, le sue opere su tavola sono di grande rarità: se ne conoscono solo due (una si trova al Virginia Museum of Fine Arts di Richmond, USA, l’altra al Museo del Castelvecchio di Verona), alle quali si aggiunge quella che noi qui presentiamo. Quest’ultima faceva certamente parte di un trittico di grandi dimensioni. Lo si desume dal gesto di benvenuto del Bambino che indica la presenza di uno o più personaggi (mecenate o santo?) nella tavola diacente, oggi scomparsa.

PIEMONTE
Virgo Lactans Circa 1530. Olio su tavola - 85 x 58 cm.
Virgo Lactans
Circa 1530.
Olio su tavola – 85 x 58 cm.

DEFENDENTE FERRARI
(Chivasso (vicino a Torino), circa 1480/1485 – † dopo 1540)
La raffigurazione della Virgo Lactans ebbe particolare fortuna nella produzione piemontese della prima metà del Cinquecento, grazie alla popolarità della Vergine con Bambino realizzata dall’atelier Spanzotti per la pala centrale del Polittico dei Calzolai nella Cattedrale di Torino. In quest’opera si nota molto chiaramente l’influenza dell’arte nordica, fiamminga e tedesca, in particolare per l’attenta descrizione delle pietre che decorano le maniche della Vergine, per il disegno molto preciso dei tratti del viso, delle mani e delle pieghe del tessuto.

LIGURIA
Crocifissione. Circa 1400-1410. Tempera e oro su tavola - 82 x 73,5 cm.
Crocifissione.
Circa 1400-1410.
Tempera e oro su tavola – 82 x 73,5 cm.

ANDREA DE ASTE
(Attivo tra Genova e Napoli nei primi tre decenni del XVsecolo)
Si tratta di un capolavoro di Andrea de Aste, protagonista della pittura di stile gotico tardivo a Genova e Napoli. La sua arte si manifesta attraverso un’esplosione di colori, l’arancio, il viola, il verde ; questi violenti contrasti sono spesso attribuiti all’influenza spagnola e valeriana. In questa Crocifissione del periodo genovese, così carica di pathos, in cui le articolazioni spezzate sono inclinate verso la parte anteriore del corpo di Cristo, il perizoma è battuto dalla forza del vento, vi è forse una risposta di alto livello ai dolorosi Crocifissi d’origine tedesca e una quasi trasposizione di Giovanni Pisano.

EMILIA – ROMAGNA
L'incoronazione della Vergine. Circa 1395. Tempera e oro su tavola - 90 x 56 cm. Firmato « Symon fecit hoc opus ».
L’incoronazione della Vergine.
Circa 1395.
Tempera e oro su tavola – 90 x 56 cm. Firmato « Symon fecit hoc opus ».

SIMONE DEI CROCEFISSI
(Bologna, attivo dal 1355 al 1399)
Questo dipinto firmato, in ottimo stato di conservazione, è inedito e rappresenta un’importante aggiunta alla sua opera. Proviene quasi certamente dalla chiesa bolognese di San Michele del Mercato di Mezzo, ora distrutta. In questa composizione si nota la risposta alla lezione di Giotto : un realismo acuto e intenso, secondo l’insegnamento di Vitale da Bologna.
G. SARTI SARL au capital de 130 000 Euros – RCS Paris B 407 504 208 – TVA n° FR 05 407 504 208

La Madonna dell'Umiltà. Datato 1372. Tempera e oro su tavola in legno. 140 x 85cm.
La Madonna dell’Umiltà.
Datato 1372.
Tempera e oro su tavola in legno. 140 x 85cm.

ANDREA DA BOLOGNA
(Referenziato tra il 1356 e 1377)
In questo dipinto datato 1372, si ammira la raffinatezza ornamentale dell’immagine, il lavoro del pittore che si assimila a quello dell’orafo. Utilizzando una tecnica molto elaborata, gratta il pigmento bianco spalmato sul drappo d’onore per far emergere dei motivi floreali, successivamente arricchiti da una « granatura » eseguita con l’aiuto di un piccolo punteruolo. La stessa attenzione è stata riservata alla corona con dodici punte, resa più preziosa dall’aggiunta d’elementi geometrici rossi e blu che danno l’illusione di un decoro di gemme. Straordinaria è anche la resa illusionistica dell’incarnato. Andrea annuncia il nuovo clima Gotico tardivo che apre la via a Olivuccio di Ceccarello e successivamente a Gentile da Fabriano.

TOSCANA
Madonna col Bambino in trono tra i Santi Domenico, Zanobi, Francesco e Miniato Circa 1450-1452. Tempera su tavola - 110 x 174,5 cm.
Madonna col Bambino in trono tra i Santi Domenico, Zanobi, Francesco e Miniato
Circa 1450-1452.
Tempera su tavola – 110 x 174,5 cm.

NERI DI BICCI
(Firenze 1419 – 1493)
L’elemento affascinante di questa grande pala di Neri di Bicci è evidentemente la sua decorazione “en plein air “, una novità all’epoca. I santi, che poggiano i loro piedi su un manto erboso e alle loro spalle hanno una schiera di alberi di differenti qualità, partecipano a una « Conversazione sacra» con la Vergine e il Bambino. Si nota nel disegno insolito del trono marmoreo l’invenzione architettonica del pittore che pone tra le colonne laterali artigli bronzei alati d’aquila che racchiudono un cono di sfere dorate. La ricerca nella posizione del Bambino, con il busto in torsione per appoggiare la testa sul braccio e l’orecchio attento per ascoltare la parole divine, si oppone allo stile scultoreo dei santi mostrati nella loro tridimensionalità e che indicano per l’opera l’inizio degli anni 1450.

LE MARCHE
Fronte di cassone con tre episodi ispirati alla Teseida di Boccaccio. Circa 1440. Tempera, oro e pastiglia su tavola - 65,5 x 153 cm.
Fronte di cassone con tre episodi ispirati alla Teseida di Boccaccio. Circa 1440.
Tempera, oro e pastiglia su tavola – 65,5 x 153 cm.

PAOLO DA VISSO (?)
(attivo tra l’Umbria e le Marche dal 1438 al 1470)
Il soggetto dei dipinti che decorano questo cassone nuziale si ispira alla Teseida di Boccaccio (1339), tanto popolare quanto il Decamerone. Le tre scene, dai colori vivaci, sono popolate da personaggi eleganti vestiti con una grande varietà di costumi, alcuni bordati di pelliccia, altri in velluto, copricapi rigonfi a più livelli o allargati a ampie tese. Le architetture, molto elaborate, mostrano colonne, balconi, soffitti a cassoni, in un linguaggio architettonico familiare a vari pittori delle Marche. Particolarmente espressivi alcuni passaggi pienidi charme: come ad esempio il paesaggio marino poeticamente presentato in verticale a sinistra, il giovane in rosso col piede sul pancale mentre attacca il suo falcone, sulla destra.Questo cassone, che ha conservato le sue inquadrature e le sue decorazioni originali in pastiglia, costituisce un magnifico e rarissimo esempio di cassone nuziale delle Marche. La raffigurazione dei costumi fa riferimento a quella in auge verso il 1440.

 

 

GALLERIA SARTI

137 rue du Faubourg Saint-Honoré, 75008 Paris

Tel. (33.1) 42 89 33 66 – Fax. (33.1) 42 89 33 77
giovanni.sarti@wanadoo.fr
www.sarti-gallery.com 

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