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Sgarbi all’Expo spara a zero: “Questa non è Italia”

Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi

Sgarbi spara a zero. Senza ritegno. Uno tzunami di parole che si scaraventa su Expo. O meglio, su tutto ciò che ad Expo non porta la firma del Vittorio nazionalpopolare. Del resto è una mossa da manuale dell’Arte della Guerra: se ti attaccano da Est, tu attacca ad Ovest.

E dopo che il suo “Tesoro d’Italia” è stato definito un vero e proprio “supermercato dell’arte”, un’“orgia espositiva finalizzata all’onanismo dell’organizzatore”, un’accozzaglia di opere per una mostra dal dubbio progetto scientifico – qualcosa che neanche Goldin avrebbe potuto immaginare! – a Sgarbi non resta che denigrare la concorrenza per rimpossessarsi del trono del re dei curatori italiani. Lui che si definisce il Napoleone di Expo, ma che la critica lo declassa a semplice trasportatore di quadri.

“Vedi questo mammozzo immondo nato da una mente malata? Questa è un’opera d’arte” – afferma ai microfoni di Corriere.it illustrando una scultura nel Padiglione Italia. “E’ un’opera di tale Vanessa Beecroft che, siccome è di moda, è messa qua come fosse un’opera d’arte. Questa è arte contemporanea” – chiosa andandosene schifato.

Vanessa Beecroft, Jennifer Statuario
Vanessa Beecroft, Jennifer Statuario

Passa da una stanza di specchi su cui vengono proiettati i più bei borghi d’Italia definendola un Luna Park, e arriva al pezzo forte di Renato Guttuso. E sì, ha quattro paroline anche per lui. “Gran bel quadro… è dipinto da cani. Lui è stato un gran pittore fino agli anni ’50, poi è diventato un illustratore. Guarda qui: è un fumetto. Guarda quella faccia da coglione!”.

Insomma, per farla breve, riprendendo un suo intervento a La7, oltre a non esporre niente di eccezionale, il Padiglione Italia è anche “brutto come la morte e costa 92 milioni di euro”. “Una merda immonda, che fa schifo dal punto di vista architettonico! Perché 92 milioni per qualcosa che non è niente? Non è l’Italia! Quest’Expo è peggio dell’Isis!”

“L’Italia è Botticelli, l’Italia è Caravaggio…” – continua. L’Italia sono quei Bronzi di Riace che al Vittorio Bonaparte devono essere rimasti proprio sullo stomaco. “Questo è il Padiglione della Calabria” – illustra. “Qui non c’è niente. Ci sarebbero stati i Bronzi di Riace. Si poteva fare una sorta di astronave con dentro i due bronzi. Sarebbe stato il primo padiglione di tutti. E invece guarda cos’è! Niente, quattro cubi!”

Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi

E se l’arte non soddisfa la megalomania del mediatico curatore, c’è la politica. Sgarbi sindaco di Milano? “Me l’hanno chiesto” – afferma. “Dopo che Pisapia – di cui Sgarbi propone un’angelica imitazione paragonandolo a Papa Ratzinger – ha deciso di non ricandidarsi” – spiega. E allora potrebbe subentrare lui – che si definisce un Papa Francesco – affiancato da una giunta pazzesca. Scherza: “Ruby la mettiamo alle pari opportunità e Efe Ball al lavoro!”.

Continuerà a stupirci il nostro Sgarbi e ovviamente a far parlare di sé. Ma attento, caro Vittorio Bonaparte, a non arrivare impreparato a Waterloo!

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