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Gerard Richter-Panorama

Gerhard Richter, 4900 Farben, 1974 | Gerhard Richter, 2012
Gerhard Richter, 4900 Farben, 1974 | Gerhard Richter, 2012
Nessun luogo poteva essere più adatto del “tempio di vetro”, la New National Gallery di Berlino, quanto a “trasparenza” ovvero possibilità di chiarezza espositiva, per ospitare, dal 12 febbraio al 13 maggio, “Panorama”, la mostra sull’intera carriera artistica di Gerhard Richter, 80 anni, il pittore rigoroso (“a lot of people find other mediums more attractive –put a screeen in a museum and nobody wants to look at the paintings any more-. But painting us my profession, because it has always been the thing that interested me the most”), che, nato a Dresda, nella Germania dell’Est nel 1932, scappò nell’Ovest due soli mesi prima della costruzione del Muro, e che a quarant’anni (1972) rappresentò la Germania alla Biennale di Venezia: una selezione di 140 opere, quadri, dalle dimensioni più varie, riuniti grazie alla collaborazione tra la Tate Modern di Londra, la Nationalgalerie, Staatliche Museen di Berlino e il Centre Pompidou di Parigi, restituiscono in modo completo ed esaustivo il linguaggio lineare e allo stesso tempo multiforme di Richter. A complemento ulteriore di questa seppur già approfondita panoramica si unisce anche la mostra parallelamente allestita alla Alte Nationalgalerie, “Gerhard Richter October 18, 1977”, che racchiude il ciclo di 15 pezzi di opere forse più discusse dell’artista, in quanto comprendono i quadri dedicati ai membri della Raf, il gruppo terroristico tedesco, che negli anni ’70 firmò una lunga serie di attentati mortali. Richter è un pittore, un fiero difensore dell’immagine bidimensionale, un artista che studia, che entra in relazione profonda con ogni suo lavoro, che trasuda sforzo, amore e partecipazione emotiva per ogni tratto dell’immagine che riporta su tela, sia questa astratta o figurativa: non deve attirare e inglobare il visitatore nella sua opera scardinando il principio più solido della pittura, e cioè quello del rapporto di contemplazione o comunque di visione dialettica tra il quadro e chi lo guarda. Non è  il coinvolgimento dei sensi che Richter chiede, coinvolgimento che installazioni e performance ottengono in modo più immediato. Vuole un’ammirazione critica, più consapevole e riflessiva. Chiede che il visitatore sappia stupirsi degli effetti visivi che crea con grande maestria nelle sue tele, ma non si fermi a quelli: nei quadri che rappresentano paesaggi o nei ritratti del pittore tedesco l’immagine pare come appannata, è chiara ma allo stesso tempo i contorni risultano leggermente evaporati, come accade nei sogni. L’occhio si stupisce di questo effetto inaspettato, è portato a soffermarsi sul quadro. E come crea, Richter, quest’atmosfera sospesa, pur essendo l’immagine così chiara in ciò che rappresenta? una tecnica che è stata definita “blow up”, ovvero una sorta di superamento dei generi artistici: Richter parte da un’ immagine fotografata e la astrae dalla sua tecnica originaria. Ovvero, la disegna: a questo punto ne cambia la scala di rappresentazione, considerando sempre come fondamentale la relazione tra la fotografia e il quadro. Anche la fotografia, quindi, può diventare informale. “Blowing up” significa, in sostanza, cambiare tecnica artistica ad un’immagine: una fotografia può diventare un disegno e allo stesso modo anche una linea astratta può suggerire l’immagine di una forma. Il figurativo può diventare astratto e viceversa. I due metodi dialogano, l’arte è comunque una rappresentazione del reale, che sia astratta o informale.  Ecco perché, quindi, nella mostra Berlinese si incontrano grandi ritratti di donne, come “Reader” (1994), o “Betty” (1988, sua figlia di spalle) o “Ema” (sua moglie, 1966. Tutte le donne che Richter ritrae hanno fatto parte diretta della sua vita, per lui l’arte è il modo più autentico per creare una relazione personale). O paesaggi come “Clouds”, in cui le nuvole diventano macchie bianche su sfondi azzurri, o “Annunciation after Titian” (1973), che s’ispira all’Annunciazione di Tiziano, o ancora quadri come “Tourist” (1975), la serie che ritrae sagome di leoni nella savana, che si distinguono a fatica inizialmente e poi appaiono quasi all’improvviso. Si tratta sempre e comunque quadri caratterizzati da questo sorprendente e affascinante effetto onirico, tra l’astratto e il figurativo. Sono esposte anche grandi tele che ricordano più gli artisti dell’Action Painting, come Pollok, per le forme astratte, create da macchie di colore (“Abstract Painting”, 1983), o altre che invece risultano costruzioni geometriche, simili anche al disegno industriale (infatti Richter ha collaborato con designer attivi negli anni Sessanta nella Germania dell’Ovest): l’arte del pittore tedesco è quindi il risultato anzitutto della relazione. E’ data dal rapporto che Richter crea di volta in volta con la persona ritratta (sempre di sua stretta conoscenza), con il paesaggio o con l’idea figurativa che ha generato l’astrazione. Una relazione talmente stretta e sentita, reale e motivata, che non può non arrivare a chi guarda il lavoro del pittore di Dresda. Per qualsiasi tecnica Richter abbia scelto, lo spessore emotivo è tale che il quadro risulta autentico al punto da rapire il visitatore e stabilire con esso una relazione fortissima, altro che fine della pittura… “I’m still very sure that painting is one of the most basic human capacities, like dancing and singing, that make sense, that stay with us, has something human”.
SCHEDA TECNICA:
“Gerhard Richter. Panorama”
Neue Nationalgalerie, Berlino
12 febbraio-13 maggio
Kulturforum, Potsdamer Straße 50
10785
An exhibition in cooperation with Tate Modern, London und Centre Pompidou, Paris.
Richiesta per biglietti e visite guidate
Tel. +49 (0)30 266 42 42 42 (Mon–Fri 9am–4pm)
Fax +49 (0)30 266 42 2290
service@smb.museumwww.gerhardrichterinberlin.org
Orari:  martedì-domenica: ore 9–18, giovedi:  ore 9–22
Lunedì chiuso, I maggio: ore 9-18
Biglietti: regular      8 Euro, reduced    4 Euro
“Gerhard Richter October 18, 1977”, Alte Nationalgalerie
Museumsinsel. Bodestraße 1-3, 10178 Berlin
The Museum of Modern Art, New York. The Sidney and Harriet Janis Collection, gift of Philip Johnson, and acquired through the Lillie S. Bliss Bequest (all by exchange); Enid A. Haupt Fund; Nina and Gordon Bunshaft Bequest Fund; and gift of Emily Rauh Pulitzer, 1995.
Admission
On presentation of your ticket for the exhibition “Gerhard Richter: Panorama” at the Neue Nationalgalerie you will be granted admission to the Alte Nationalgalerie at the reduced fare of 4,- Euro.
Catalogo:
Ed. Prestel Verlag.
304 pp, 24,5 x 29 cm, 305 colour illustrations, 30 b/w illustrations
29 Euro

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