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Capolavori ritrovati nella casa-museo di Vittorio Cini a Venezia

Capolavori ritrovati della collezione Vittorio Cini Allestimento della sala del Rinascimento, Palazzo Cini, San Vio, Venezia
Capolavori ritrovati della collezione Vittorio Cini
Allestimento della sala del Rinascimento, Palazzo Cini, San Vio, Venezia

La veneziana casa-museo di Vittorio Cini ha inaugurato la nuova stagione espositiva sotto il segno di Tiepolo, Tiziano, Crivelli e Guardi. Lo storico palazzo di San Vio, sul Canal Grande – acquistato dal conte nel secondo decennio del XX secolo dopo le nozze con l’attrice Lyda Borelli – ha riaperto i battenti in grande stile con la mostra Capolavori ritrovati della collezione di Vittorio CiniPassati i preziosi arredi, le porcellane i vetri e i numerosi dipinti che arricchiscono le sale del piano nobile, la scala ovale dell’architetto Tomaso Buzzi, conduce al secondo piano adibito all’esposizione temporanea curata dal Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini Luca Massimo Barbero.

Capolavori ritrovati della collezione Vittorio Cini
Stefano di Sant’Agnese, Madonna con il Bambino in trono e angeli musicanti, nono decennio del XIV secolo, tempera e oro su tavola.

36 i capolavori che raccontano l’arte prediletta dal grande collezionista venuto a mancare nel 1977. Dalle tavole trecentesche alle opere rinascimentali passando per le vedute canalettiane e le turcherie firmate Antonio Guardi: l’esposizione veneziana mette in luce una collezione frutto di scelte fatte da Vittorio Cini spesso consigliato da figure di spicco nella storia dell’arte tra le quali Bernard Berenson, Federico Zeri, Giuseppe Fiocco e Tammaro del Marinis.

A padroneggiare nella prima grande sala è il Settecento veneto con opere – molte delle quali mai esposte prima d’ora– del Vedutismo veneto. Volendo però percorrere la mostra in ordine cronologico, a dare inizio alla visita sono i capolavori del XIV secolo, suggello della predilezione del conte per i primitivi e le opere a fondo oro: tra questi, la tavola dei Due profeti e due evangelisti del Maestro dell’Incoronazione, artista attivo nella Venezia degli inizi del Trecento.

Capolavori ritrovati della collezione di Vittorio Cini
Carlo Crivelli, Madonna con il Bambino, sesto decennio del XV secolo, tempera e oro su tavola.

Degli ultimi anni del XIV secolo è invece la preziosa Madonna con il Bambino in trono attribuita a Stefano di Sant’Agnese. Un’opera su tavola dove notevole è l’attenzione dell’artista nella resa delle stoffe degli abiti, intarsiati d’oro e dai sottili ornati ripresi nel trono decorato a intaglio.

Capolavori ritrovati della collezione di Vittorio Cini
Bartolomeo Montagna, Madonna con il Bambino tra i Santi Giovanni Battista e Francesco, 1485 circa, Venezia

Si entra a passo lento nel Rinascimento nella piccola Madonna con Bambino di Carlo Crivelli; imbevuto della tradizione di artisti quali i Vivarini, Bellini e Squarcione, la minuscola tavola (32 x 22,2 centimetri!) regge bene il confronto con l’opera, di dimensioni più grandi, di Bartolomeo Montagna rappresentante lo stesso soggetto realizzata tra il 1475 e il 1480. Anche in quest’ultima è tangibile l’insegnamento belliniano sottolineato dalla presenza della balaustra marmorea e dalla disposizione delle figure nello spazio compositivo.

Capolavori ritrovati della collezione Vittorio Cini
Tiziano Vecellio, San Giorgio, 1516-1517 circa, olio su tavola.

Passato il primo periodo rinascimentale ad iniziare il visitatore al XVI secolo è l’imponente San Giorgio, ormai da tutti attribuito (dopo lunghe vicende critiche che lo volevano prima di Giorgione e poi di Palma il Vecchio) alla produzione del giovane Tiziano Vecellio. Ad affiancare l’artista cadorino sono i ritratti di gentiluomini tra i quali spiccano le firme di Bernardino Licinio e Lorenzo Lotto.

Capolavori ritrovati della collezione Vittorio Cini
Allestimento della sala con il ciclo di opere su tela di Antonio Guardi.

Il percorso espositivo si conclude, com’è iniziato, con le opere dei grandi del Settecento veneto. Tra due tele canalettiane che riproducono una Serenissima dalla classicità romana, esito del viaggio dell’artista nell’Urbe, una teca al centro della sala mostra i Fasti veneziani di Antonio Guardi: un vero e proprio viaggio nella storia di Venezia, dalle sue mitiche origini fino al XVII secolo, raccontato attraverso 37 disegni facenti parte di un corpus assai più ricco che annovera una sessantina di numeri. Sempre del grande maestro del Rococò veneziano sono le tele Cini provenienti da uno storico palazzo veneziano.

Definite da Rodolfo Pallucchini tra “le prove più alte di quella pittura decorativa veneziana del Settecento che conta maestri come Pellegrini e Tiepolo” si tratta di quattro opere – rappresentanti Cibele, Vulcano, Nettuno e l’Allegoria dell’Aurora, non esposta in mostra – realizzate dall’artista nella sua fase matura, nella seconda metà del Settecento.

Tra le prestigiose sale di palazzo Cini – fino al 15 novembre – il visitatore è invitato a scoprire le opere dei grandi maestri della storia dell’arte apprezzati e ammirati quotidianamente da uno dei mecenati più illustri del Novecento italiano.

Capolavori ritrovati della collezione Vittorio Cini
Antonio Canal detto Canaletto, Veduta ideata con rovine romane in riva al mare, 1721, olio su tela.

 

INFORMAZIONI UTILI

Capolavori ritrovati della collezione di Vittorio Cini. Crivelli, Tiziano, Lotto, Canaletto, Guardi, Tiepolo

Casa museo Vittorio Cini, San Vio, Venezia.

8 aprile – 15 novembre

www.palazzocini.it

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