Colonia è un film di Florian Gallenberger, regista e sceneggiatore tedesco premio oscar per il corto Quiero Ser.
Sullo sfondo del golpe cileno del 1973, Colonia racconta la storia di due tedeschi segregati nella Colonia Dignitad. Lena (Emma Watson), hostess di volo e il suo fidanzato fidanzato Daniel (Daniel Brühl), fotografo e e attivista politico si incontrano a Santiago Del Cile per passare una breve periodo insieme. Quando le truppe del generale Augusto Pinochet prendono il comando del paese spodestando e uccidendo Salvador Allende, il primo presidente di idee marxiste democraticamente eletto i due innamorati vengono catturati. Mentre Lena viene rilasciata Daniel sarà condotto nel sud del Cile in un luogo chiamato Colonia Dignidad, misterioso villaggio fondato da immigrati tedeschi e guidato dal predicatore bavarese Paul Schäfer(Michael Nyqvist).Florian Gallenberger porta per la prima volta sul grande schermo una delle pagine meno conosciute e più oscure del tragico golpe militare cileno guidato dal generale Augusto Pinochet, avvenuto a Santiago del Cile l’undici settembre del 1973.
>> La storia è quella di Colonia Dignidad, conosciuta anche come Villa Baviera, missione fondata e guidata da Paul Schäfer, predicatore tedesco con un passato come caporale nelle SS, in realtà mostruoso centro di prigionia dal quale era impossibile fuggire.
Una macchina ad uso e consumo del potere che usata dal regime militare come luogo di tortura, nonché una setta di esaltati in cui il leader, evangelizzatore scappato dalla Germania perché accusato di pedofilia, guidava i propri discepoli sotto le vesti di Dio in terra.
Quarant’anni di orrori che il regista tedesco ha cercato di indirizzare verso uno shaker di generi, finendo così per tramutare un’opera tanto delicata nel raccontare fatti così tragici in un’opera da toni distopici con filtri che ricordano molto il primo capito della famosa saga cinematografica young adult Hunger Games e dai toni simili ad una produzione thriller, con tanto di sequenza finale ripresa quasi interamente da Argo di Ben Affleck.
Riuscire a trovare il giusto compromesso tra racconto storico e intrattenimento rappresenta da sempre una delle più grandi sfide per i registi, intimoriti dal rischio di far pendere i propri film da una parte piuttosto che dall’altra e di confezionare prodotti noiosi o, al contrario, troppo di genere e poco attenti al contesto sociale e politico in cui è ambientato. Di esempi positivi se ne possono fare tanti, su tutti va il già citato Argo. Ma quello che era splendidamente riuscito ad Affleck non riesce Gallanberg, il cui risultato finale è ben lontano dalle intenzioni iniziali. Nell’intreccio di tante trame e sotto trame Colonia si perde dentro se stesso senza mai arrivare a prendere una forma definitiva. Risultato dovuto principalmente a un lavoro di sceneggiatura superficiale e pasticciato e a un cast che, nonostante l’evidente impegno non riesce quasi mai a sembrare credibile. Daniel Bruhl nonostante le recenti buone prestazioni fa fatica a rendere drammatica una parte che probabilmente necessiterebbe di una maggiore carisma.
Emma Watson, che conlusa la saga di Harry Potter sembrava partita bene con Bling Ring e Noi Siamo Infinito commette l’ennesimo passo falso dopo i flop di Regression e Noah, un momento difficile per un’attrice dalle grandi ambizioni ma che negli ultimi tempi sembra non riuscire più a centrare un solo film (o scegliere il copione giusto). Ambasciatrice dell’Onu e impegnata politicamente per i diritti delle donne nel mondo, ha dichiaratamente abbracciato il progetto per il valore storico che si porta dietro, umano e politico.