Venti futuristi soffiano su Palazzo del Duca di Senigallia inaugurando la nuova stagione espositiva. Fino al 2 luglio 2017 in mostra oltre cinquanta opere tra cui dipinti, disegni, studi per abiti, incisioni, prove grafiche ed elementi legati all’arredo della casa. Si accendono i riflettori sugli sviluppi che il Futurismo ha avuto nelle Marche a partire dal 1922.
Venti futuristi. La mostra illustra la carica innovativa che il movimento futurista portò nella regione marchigiana e non solo. Un vento di cambiamento che coinvolse le arti figurative, ma anche tutti gli aspetti del vivere quotidiano. Un rinnovamento radicale degli stili di vita. Venti sono anche gli artisti esposti in mostra. Dai firmatari del primo manifesto dell’arte futurista (1909) come Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Fortunato Depero e Gino Severini, fino ai loro giovani seguaci quali Ivo Pannaggi, Sante Monachesi, Umberto Peschi, Wladimiro Tulli, Gerardo Dottori e Tullio Crali.
Macerata, 1922. Il giovane pittore Ivo Pannaggi organizza una mostra di opere di Balla, Boccioni, Carrà e Depero, guadagnandosi la stima dello stesso Marinetti, protagonista di varie serate futuriste allestite nei maggiori teatri delle Marche. Quel momento segna la nascita nella città di Macerata di un nutrito gruppo di pittori e scultori futuristi. È un definitivo abbandono della tradizione accademica, sono poste le basi per un primo approccio ai movimenti di avanguardia. Ecco che nelle Marche si avvia un rapido processo di rinnovamento indirizzato all’arte nazionale.
Dal 1922 prende avvio anche l’esposizione Venti Futuristi. Attraverso un percorso tematico vengono approfonditi i vari aspetti della vita quotidiana che il Futurismo intendeva rinnovare: dalla moda al teatro, dalla cucina alla letteratura, opponendosi alla imperante mentalità borghese e passatista. La mostra getta luce sulla ‘seconda stagione’ del futurismo che ha saputo evolversi proprio dalla provincia come nel caso delle Marche. Spicca la complessità del movimento futurista e la sua volontà di rinnovare ogni aspetto della vita quotidiana. In mostra un dialogo tra le varie manifestazioni della creatività futurista e i capolavori dei firmatari del primo manifesto del Futurismo, come Linee forza di mare di Balla o l’autoritratto di Boccioni.
Dai disegni per tessuti ed arredi di Giacomo Balla, provenienti dalla casa museo di Roma, come anche il suo taccuino con disegni di cravatte variopinte e sgargianti, fino alle prove tipografiche ed altre espressioni legate alle arti applicate, modelli di abiti e capi reali, complementi di arredo tessile per la casa, ma anche disegni e caricature, genere di cui Ivo Pannaggi è considerato l’inventore. Una sezione della mostra è dedicata all’aeropittura, declinazione pittorica del futurismo, in cui il mito della macchina e della modernità raggiunge il suo apice. L’oggetto centrale delle composizioni è la velocità dell’aeroplano, come accade nelle visioni aree degli artisti marchigiani Crali, Dottori e Monachesi.
Un posto speciale è riservato alla creatività femminile che, soprattutto nelle Marche e in Umbria, riesce a superare la misoginia insita nelle teorie futuriste e a ritagliarsi un ruolo di tutto rispetto nel movimento, soprattutto nelle arti applicate, come testimonia, tra gli altri esempi, l’arazzo disegnato da Leandra Angelucci Cominazzini.
Informazioni utili
Venti futuristi
Piazza Duca, 1 – 60019 Senigallia (AN)
Dal 14 aprile al 2 luglio
A cura di Stefano Papetti
Orari
Martedì, mercoledì e giovedì dalle 15.00 alle 20.00
Venerdì, sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle15.00 alle 20.00
Biglietti
Intero euro 7,00, ridotto euro 5,00, agevolato 3,50 (visitatori in età compresa tra i diciotto e i venticinque anni), gruppi con oltre venti paganti euro 6,00, gratuito in età inferiore ai diciotto anni