Sulla pittura e l’origine dei nomi. Dopo un po’ di anni che scrivo, questo è il classico pezzo che mi rilassa. Non devo far altro che introdurre l’argomento e limitarmi a rileggere con voi la citazione che propongo. Vorrei ogni tanto condividere le mie “scoperte”. Il tema è come sempre quello della pittura. In questo caso essa emerge prepotentemente, quasi al termine, in un dialogo di Platone dedicato all’origine dei nomi. Socrate ed Ermogene -nel “Cratilo”- dibattono sulle lingue antiche e moderne per svelare qual è la fonte di ciascun nome. E dopo un lungo percorso -a volte accidentato- nel quale si delinea la differenza tra “ciò che occlude opponendosi al movimento” e “ciò che fluisce”, ecco che Socrate introduce la spiegazione capace di illuminare la sorgente significante del “nominare”. E’ qui che magicamente spunta l’esempio magistrale della pittura. Riporto alla lettera (dall’edizione Rcs Libri/Bompiani , 2008, collana “Il pensiero Occidentale” a cura di Giovanni Reale):
SOCRATE – Forse, allora, anche noi, in primo luogo, dobbiamo distinguere così le vocali, poi tra gli altri elementi, suddividere in specie afone e mute, come vengono denominate dagli esperti in questo settore, poi, ancora, quelle che non sono vocali, ma neppure mute? E, tra le stesse vocali, quante hanno specie differenti tra loro? E, dopo queste divisioni, di nuovo, occorre distinguere bene tutti gli esseri, ai quali si devono attribuire nomi, per vedere se ve ne siano alcuni a cui tutti si riconducano, come elementi, da cui sia possibile cogliergli in sé e comprendere se in essi vi siano delle specie allo stesso modo che negli elementi.
Dopo aver ben considerato tutto questo, si deve saper attribuire ciascun elemento secondo la somiglianza, sia che occorra riferirne uno solo ad un oggetto, sia molti mescolati insieme ad uno solo, come fanno i pittori, che, volendo ritrarre un oggetto, a volte usano solo il color porpora, atre volte, invece, qualsiasi altro colore, ci sono, poi, dei casi in cui ne mescolano molti, come quando preparano il colore della carne umana o qualcos’altro di simile, a seconda, credo, del particolare colore che ciascuna immagine sembri esigere.
Così, anche noi riporteremo gli elementi alle cose, a volte uno solo ad una, ove sembri necessario, oppure molti, insieme, formando quelle che vengono appunto denominate sillabe e, a loro volta, mettendo insieme le sillabe da cui sono composti i nomi, e i verbi, di nuovo, poi, dai nomi e dai verbi; di nuovo, poi, dai nomi e dai verbi, costruiremo, infine, qualcosa di grande, di bello e di unitario, come là, la figura per mezzo dell’arte del dipingere, qui il discorso per mezzo dell’arte onomastica, o retorica, o qualunque sia…