La tragedia di Eracle, scritta da Euripide, messa in scena dagli allievi del master della Scuola di Recitazione “Mariangela Melato” del Teatro Stabile di Genova ha debuttato ieri sera, mercoledì 8 novembre, al Teatro Duse.
Euripide, sempre così attento alla psicologia dei personaggi e concentrato ad analizzare gli effetti del thumòs che si agita dentro ciascuno di noi, fu il primo a mettere in scena uno dei momenti più scabrosi del mito di Eracle. L’eroe, da sempre odiato da Era viene da questa indotto ad uccidere i suoi figli credendo di avere davanti i figli di Euristeo, suo nemico che gli aveva imposto le fatiche, e si rende assassino anche della moglie Megara. Tornato in sé capirà che l’ultima sua prova, la fatica più grande, sarà proprio quella di vivere il resto dei propri giorni nella consapevolezza di aver commesso il più atroce dei delitti.
Massimo Mesciulam, regista dello spettacolo, spiega la scelta di mettere in scena questa tragedia di Euripide: «Eracle rappresenta l’amicizia e la visione laica e moderna di Euripide. I classici greci sono sempre universali, ci parlano in modo diretto, senza le lenti deformanti della psicologia, è l’umanità allo stato puro. Ho scelto Eracle sia per interesse drammaturgico sia pedagogico relativamente alla formazione degli attori, in quanto pone problemi tecnico-artistici importanti, a partire dal linguaggio alto e lontano da noi».
«Un testo tanto contemporaneo ed universale da mettere a nudo lo scheletro fondamentale dell’esperienza umana. – continua Mesciulam – Qui ci sono anche emozioni estreme, gente impazzita, uomini che uccidono i figli, madri che li divorano, il che, come ben sappiamo, succede anche nella contemporaneità. Dovremmo avere una democrazia dentro di noi, ma alle volte entra a si instaura una tirannide che non riusciamo a controllare».
L’adattamento di Mesciulam che risolve la tragedia in un’ora e mezza di spettacolo è molto coralizzato, per dare l’idea di una società in cui l’individuo rispetto al resto delle persone ha confini più sfumati, come fosse un organismo che si articola in più personaggi. Il regista insiste molto sul personaggio di Eracle ed insiste sul termine “sfortunato”, tanto che il sottotitolo potrebbe essere “Eracle, lo sfortunato”, il cui sforzo maggiore, nonchè l’ultima fatica, è quella di combattere contro l’autodistruttività. Mesciulam ha cercato, senza alcuna protezione da effetti teatrali ed ultilizzando solo i corpi degli attori, di realizzare quella precisa storia di Euripide. I 10 giovani attori sono tutti bravissimi a creare la magia e l’illusione delle cose, ed il pubblico è lasciato libero di attribuire quel qualcosa in più in base alla propria immaginazione.
E così l’officina artistica da cui, per restare al recente passato, sono “usciti” nomi come Tullio Solenghi, Elisabetta Pozzi, Enrico Campanati, Valerio Binasco e il drammaturgo Fausto Paravidino, torna a presentare i suoi migliori allievi che in questo caso sono Giuseppe Brunetti, Roberta Catanese, Fabrizio Costella, Valentina Favella, Gabriele Furnari Falanga, Riccardo Marinari, Silvia Napoletano, Matteo Palazzo, Francesco Patané, Alessandro Pizzuto che recitano, danzano e suonano con grande maestria, dimostrando ancora una volta quanto pregiata sia la preparazione che offre la Scuola dello Stabile di Genova.
Lo spettacolo viene replicato fino 12 novembre al Teatro Duse.
A partire dal 14 novembre, si sposta nella Sala Mercato dell’Archivolto, dove resta in scena per tre repliche fino al 16 novembre.
Eracle di Euripide
AL DUSE E ALLA SALA MERCATO
Dall’8 al 12 novembre e dal 14 al 16 novembre fuori abbonamento
info: www.teatrostabilegenova.it