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Tre cose che farò nel 2018. Stefano Raimondi

Stefano Raimondi Stefano Raimondi
Stefano Raimondi
Stefano Raimondi

Scopriamo i progetti per l’anno appena iniziato dei protagonisti del sistema dell’arte italiana: critici e storici dell’arte, direttori di museo, artisti, galleristi, collezionisti, operatori culturali

1. esprimere e sperimentare. Mettere a regime i contatti internazionali creati negli anni all’interno di un museo o un’istituzione connessa al territorio e al mondo, capace di fondere storia, identità, innovazione e bisogni. Modificare le regole, renderle malleabili alle diverse esigenze, sfruttare le nuove tecnologie per avvicinare nuovi pubblici.

2. trovare e ritrovare. Nel tempo e nei luoghi, tra persone e parole, gli artisti e i movimenti che hanno fatto la storia dell’arte ma che hanno ancora molto da dire, come Jonas Mekas, e parallelamente sostenere e realizzare in ambienti emotivi progetti permanenti o mostre personali di artisti italiani e internazionali, come Lorenzo Senni. Lasciare spazio all’imprevisto e sapere cogliere le opportunità che arriveranno.

3. imparare. Dai miei bambini, dai libri di diverse discipline, dagli studenti dell’Accademia, dalle parole degli artisti e delle persone che stimo e incontrerò. Tradurre le interazioni in nuove idee e pratiche.


Stefano Raimondi (1981) è un critico d’arte che lavora come curatore presso la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo. Docente all’Accademia di Belle Arti di Verona, è direttore artistico di The Blank Contemporary Art, network di operatori dell’Arte pubblici e privati attivi sul territorio bergamasco

www.theblank.it/

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