A due passi dal multisala Anteo Spazio Cinema, in zona Moscova/corso Garibaldi a Milano, si trova il 19.26 bistrò; è in via Milazzo, un posto non attraversato in via diretta dalle correnti di superficie della movida milanese, pur restando centralissimo.
Cosa resta del concetto di bistrot francese in questo nuovo locale, aperto circa da tre mesi? Lo domandiamo ad Aldo Liccardo, membro eminente di quello che potremmo chiamare “il Trio Liccardo”, essendo corresponsabile con i fratelli Franco e Carmen di questa nuova avventura gastronomica.
“19.26 bistrò è privo della “t” finale perché vuole avere un’impronta un po’ maccheronica”, precisa Aldo, “priva di francesismi e perciò orientata alla ricchezza della tradizione italiana, proveniente da qualsiasi angolo del nostro paese; non c’è, infatti, una vera e propria specializzazione regionale. Anche se l’indimenticabile mamma Livia, che ci ha ispirato l’insegna col suo anno di nascita, era una napoletana orgogliosa e verace.”
Cucina italiana, quindi, senza digressioni. E allora cosa c’entra il bistrot, quello vero?
“Noi tre volevamo qualcosa di diverso da un semplice ristorante, un concetto un po’ più al passo coi tempi, e quindi abbiamo pensato ad orari “allungati”, che consentano alla clientela di entrare anche per un aperitivo rinforzato. Niente happy hour e ciotolone di pasta scotta, per carità, dato che puntiamo sulla qualità: serviamo invece tre assaggi dai nostri antipasti in menù con un calice di vino, una birra o un cocktail, il tutto a 10 euro, e il prezzo mi sembra davvero interessante. Diversa dal solito è anche la cucina aperta fino alle 23,00, ma nel weekend per chi esce da Anteo Spazio Cinema ed ha ancora un languorino ci sono i nostri sfizi, come focacce e antipasti, anche dopo mezzanotte.”
Meno male che a Milano c’è ancora qualche coraggioso che si preoccupa del dopocinema e del dopoteatro. Ma ‘il Trio Liccardo’ pensa anche a quelli che di notte dormono?
“Pensiamo a diverse fasce di clienti: dall’apertura ad oggi abbiamo per lo più ospitato un pubblico adulto, o diversamente giovanile. Evidentemente la nostra cucina tipicamente italiana, che sa essere tradizionale senza dimenticare le idee contemporanee, va a colpire proprio questo target. A pranzo puntiamo ad attrarre i professionisti che gravitano qua in zona e il personale dei tanti uffici che ci circondano, basta che non siano alla ricerca della formula primo-secondo-acqua-caffè-dodici euro: lì non ci arriveremo mai, ed è una scelta ben precisa. Ma anche per i più giovani abbiamo in serbo qualcosa: il progetto è quello di arricchire le nostre serate con l’intrattenimento musicale, visto che facciamo le ore piccole.”
La cucina diversamente giovanile del 19.26 bistrò ha messo a disposizione la millefoglie di melanzane gratinate su vellutata di pomodoro (intrigante), la piovra scottata con passatina di cannellini e cime di rapa (contemporanea), il raviolone di crostacei con pomodorino fresco e code di gamberoni (suadente), il filetto di maialino in manzo di speck con salsa alla senape in grani (lussuoso).
E allora, il gran premio degli aggettivi chi l’avrà vinto? Senz’altro un grande classico della Milano dei tempi andati, l’ossobuco di vitello in gremolada: tenerissimo, delicato e perfettamente armonizzato con la sua salsina agrumata alle verdure.
Le altre dieci “trovate” gastronomiche raccontatemi da Aldo, in bilico fra omaggio alla tradizione e voglia di spaziare, meriterebbero almeno due pranzi e tre cene, ma per adesso è meglio fermarsi qui e farsi contagiare dal buon senso tutto milanese del Trio Liccardo: l’appuntamento ce lo diamo al prossimo dopofilm, visto che l’Anteo Spazio Cinema è qui a due passi, e speriamo di arrivarci con un languorino che faccia onore alla storia della cucina italiana, e alle sue più fantasiose evoluzioni.
19.26 bistrò
Via Milazzo, 6 – Milano
MM Moscova
Tel. 02.9157.6779 / 349.7800436
Sempre aperto tranne sabato e domenica a pranzo
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