Saranno più di 60 gli antiquari e i mercanti d’arte che si riuniranno al Palazzo della Permanente di Milano dal 9 al 13 maggio 2018 per la prima edizione della mostra mercato AMART.
L’inaugurazione, su invito, è prevista per domani sera (8 maggio) dalle 17 alle 22. Promossa e organizzata dall’Associazione Antiquari Milanesi, AMART non ospiterà però solo espositori milanesi, ma antiquari provenienti da tutte le parti d’Italia (unitamente a qualche estero), con l’obiettivo di presentare l’eccellenza della proposta antiquaria grazie alla selezione realizzata da una commissione scientifica coadiuvata da Domenico Piva, presidente dall’Associazione Antiquari Milanesi.
«AMART valorizzerà – afferma Domenico Piva anche a nome di tutto il Consiglio Direttivo dell’Associazione Milanese – la grandezza dell’arte, dei suoi artisti e dei suoi artigiani, depositari di storie e creazioni di immensa qualità, che meritano di essere conosciuti e apprezzati non solo dai collezionisti, ma da un pubblico più vasto e di ogni età. AMART pone, dunque in primo piano il valore degli antiquari, divulgatori d’arte ed esploratori del bello, ma concorre e si impegna ad infondere la sicurezza e la fiducia nei compratori».
L’intento della neonata fiera è quello di affermarsi come punto di riferimento per il mercato antiquario e artistico italiano e internazionale. AMART non vuole essere solo una proposta espositiva, ma un importante momento culturale durante il quale saranno previste altre iniziative, come conferenze, incontri, approfondimenti, contaminazioni tra diverse forme d’arte, che coinvolgeranno alcune delle istituzioni più prestigiose della città, come il FAI, il Museo Poldi Pezzoli, il Museo Bagatti Valsecchi, la Pinacoteca di Brera e altre.
Alcune opere in mostra
Tra le maggiori attrazioni si segnala Capriccio delle prigioni di San Marco (Cesare Lampronti, Roma), dipinto da Canaletto per il suo grande mecenate e agente Smith Consul Joseph e successivamente passato, con gran parte della sua collezione, a Re Giorgio III nel 1762; la Natura morta realizzata tra il 1610-1615 dalla pittrice milanese Fede Galizia (Salamon & C.); la Madonna con Bambino e Angeli (Altomani & Sons, Milano), una tempera su tavola di Liberale da Verona (1445 ca – 1530); Adorazione dei Magi (1490 circa) un disegno a pietra nera e tempera a colla, attribuita a un pittore mantegnesco veronese (Longari Arte, Milano).
La pittura sarà rappresentata con opere di eccezionale qualità, come la Natività di Niccolò di Lombarduccio, detto Niccolò Corso (Galleria Moretti, Londra), Natura morta di Panfilo e Carlo Francesco Nuvolone (Baratti Giorgio Antiquario, Milano), Giovane donna all’arcolaio (Una Parca) di Donato Creti, uno degli artisti più importanti del Settecento (Fondantico, Bologna), Paesaggio ideale con Venere e Adone di Andrea Appiani (Orsini Arte e Libri, Milano), Sposalizio di Santa Caterina di Giovanni Battista Piaggi (Antichità La Pieve, Sabbio Chiese – BS).
Allo stesso modo, ricca sarà la selezione di capolavori di pittura dell’800, dal Ritratto di Bernardo Agliati di Francesco Hayez (Società di Belle Arti, Viareggio), Interno con modella nuda di Angelo Guarino (Arcuti Fine Art, Roma). La grande proposta di Amart, consentirà ai visitatori di approfondire le varie stagioni e correnti dell’Ottocento italiano, attraverso i capolavori dei suoi più rinomati rappresentanti. Si va dal divisionismo di Angelo Morbelli, con Tempi andati del 1908 (Enrico Gallerie d’Arte, Milano), alla corrente dei Macchiaioli, qui rappresentata da Contadina a riposo di Silvestro Lega (Studio Paul Nicholls, Milano), alle ambientazioni Belle Époque dell’Italien de Paris Giovanni Boldini, con Due giovani donne al piano del 1911 (Bottegantica, Milano), alla pittura lombarda del bresciano Angelo Inganni, La colonna di San Martiniano al Verziere con effetto di neve (Galleria d’Arte Le Pleiadi, Milano) o di Domenico Induno, La lettera (Mainetti Galleria d’Arte, Milano).
Sono diversi gli espositori che apriranno una finestra sull’arte del Novecento e su quella contemporanea. Lo stand della Galleria Sperone (Sent, Svizzera) propone ad esempio Velocità + Rumore, un pastello su carta di Giacomo Balla del 1913; quello di Paolo Antonacci (Roma) ospita Cavallo e cavaliere. ‘Il Lambicco’, un olio su tela da 1952 di Marino Marini.
Addentrandosi all’interno della seconda metà del Novecento, ecco Segno-disegno, un disegno penna a sfera su cartone applicato su tela di Alighiero Boetti (Roberta e Basta, Milano), o l’acrilico su tela sagomata del maestro siciliano Turi Simeti (Galleria Gracis, Milano). Si giunge poi nella piena contemporaneità con l’opera di Marzio Tamer, Pittura generosa (Salamon Fine Art, Milano).
Anche la scultura è ben rappresentata ad Amart, con Altomani & Sons (Milano) che propone Flora un bronzo a patina bruna con tracce di lacca rossa dell’artista tardo rinascimentale Francesco da Sangallo; Alessandro Cesati (Milano) presenta Madonna col Bambino, un marmo dello scultore tardo manierista Orazio Mochi, cui si devono alcune delle statue presenti nel giardino di Boboli a Firenze. Di Antonio Gagini (1505-1574), Antichità all’Oratorio di Bologna porta all’attenzione del pubblico un altorilievo in marmo di Vergine annunciata e un angelo (Annunciazione), mentre Gallo Fine Art di Milano espone Busto ideale di Francesco Pozzi (1790-1844).
Di autori attivi nel Novecento, si possono ricordare Il Risveglio di Edoardo Rubino (Galleria Daniela Balzaretti, Milano) o Turbinio di Cavalli, Gruppo di cavalli di Costanzo Mongini (Galleria Le due Torri, Noceto – PR).
Tra gli arredi, spicca una coppia di piccoli mobili del grande ebanista milanese Giuseppe Maggiolini (Piva & C., Milano); un cassettone a ribalta con alzata, lastronato in noce, radica di noce, radica di tuja e intarsi in legni diversi, prodotto in Lombardia alla metà del XVIII secolo (Giglio Antichità, Milano); una ribalta a urna, in radica di noce, realizzata in Lombardia nel XVIII secolo (Ars Antiqua, Milano).
AMART accoglie inoltre una preziosa selezione di gioielli e oggetti di orologeria. Antichità G.N. di Milano propone una pendola firmata Gaston Jolly Fils à Paris, rappresentante il giuramento degli Orazi, mentre Wannenes Antiquariato di Milano, una pendola scheletrica a lira, in bronzo cesellato e dorato a mercurio, d’epoca Luigi XVI. Guido Pennisi (Milano) espone una tiara del XIX secolo a tema floreale in oro giallo, argento e diamanti dono della Regina Elena d’Italia; non vanno dimenticati gli orecchini in oro, corniola e smalti disegnati da Cipullo per Cartier (Antichità Sammarinese, Dogana San Marino), la spilla raffigurante serpenti in oro, argento, diamanti naturali e perla naturale rosa di 14,03 carati (Karma Pearls, Londra).
Tra le altre attrazioni che la mostra-mercato milanese è in grado di offrire al pubblico, Ghilli Antichità di Milano propone un lampadario in cristallo della metà del XIX secolo, a diciotto luci, con imponente struttura in ottone a sezione rettangolare e fusto centrale a balaustro, in cristallo di Bohemia lavorato a costoloni; Subert di Milano, una coppia di globi da tavolo di John e William Cary (Londra, 1798 e 1800); questi globi, il terracqueo e il celeste, poggiano sulle proprie basi originali ‘all’olandese’, con quattro colonne di sostegno di legno tornito; da segnalare, inoltre, il cofanetto nuziale del XV secolo, proveniente dalla Bottega dei Trionfi Romani di Ferrara, in legno decorato in pastiglia di riso con fondo dorato (Il mercante delle Venezie, Vicenza).
Amart esplora anche il settore dell’antiquariato che concerne il continente africano e quello asiatico. Denise e Beppa Berna, ad esempio, espongono Le maître des longs visages, una statua di antenato in legno della cultura hemba (Congo, XIX secolo); sempre dall’Africa, in particolre dal Gabon, proviene una figura di guardiano Kota del XIX secolo in legno, ottone, rame e ferro (Dalton Somarè, Milano).
Dal Giappone giungono un’armatura da Samurai dell’epoca Edo, tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo, (Dame e Cavalieri, Milano), e un Okimono in avorio raffigurante cacciatore Ainu del periodo Meiji, fine XIX sec., firmato Kwashi con Kakihan (Mastromauro arte giapponese, Milano).
Anche l’arte indiana è ben rappresentata con una figura antropomorfa forgiata in rame, della civiltà della Valle dell’Indo, datata tra il 1500 / 1300 a.C. (Ethnoarte, Milano), e con una collana di fine ‘800 in oro del Kerala (Oro, Incenso e Mirra, Milano).
AMART
Milano, Palazzo della Permanente
(via Filippo Turati 13)
9-13 maggio 2018
Inaugurazione su invito: martedì 8 maggio 2018, dalle h. 17.00 alle h. 22.00
Orari: dalle 11.00 alle 21.00
Informazioni: T. 02.7750447; antiquari@unione.milano.it