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Rintocchi di suoni e silenzi. La magia del teatro musicale Curon/Graun alla Centrale fies

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Curon/Graun – teatro musicale, di OHT | Office for a Human Theatre e Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, con le musiche di Arvo Pärt. Martedì 12 giugno alle ore 21 | Centrale fies art work space

Il campanile al centro. Della scena. Del palcoscenico. Non un campanile a caso. Ma quello magico e solitario del paesino sommerso dalle acque di Curon in Val Venosta in Trentino, che da quasi settant’anni svetta nel lago artificiale nato in seguito alla costruzione della famigerata diga nella valle. Da qui parte e prende forma Curon/Graun, teatro musicale della compagnia OHT. Martedì 12 giugno ore 21, in occasione della preview di SUPERCONTINENT², la38 esima edizione di DRODESERA, lo spettacolo andrà in scena alla Centrale fies di Dro (Trento). Tema dello spettacolo, ispirato alla musica sacra del compositore estone Arvo Pärt, è quello dell’ambiguità fra uomo e natura, che viene messo in scena attraverso una performance live che fa uso del suono e del silenzio, della presenza e dell’assenza, per immergere il pubblico in un’esperienza epifanica e ipnotica.

©OHT-Curon_Graun-ph_Fpro.it-2018-10
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Il campanile è quindi l’unico elemento rimasto visibile della cittadina sommersa. Ed è lui a ricoprire -per allitterazione- il ruolo della campana nel brano Cantus in memoriam Benjamin Britten. I rintocchi fantasma del campanile connettono lo spettatore a una rinnovata struttura narrativa del teatro musicale: una narrazione rallentata, i cui parametri rientrano nel dominio del sacro di Arvo Pärt invitando il pubblico ad adottare criteri diversi rispetto a quelli generalmente accettati e conosciuti.

©OHT-CuronGraun-Still_from_Video-2018-01
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Il testo e le immagini filmate si mescolano alla musica, mentre la forza spirituale del suono delle campane e la ricostruzione del campanile sommerso rendono il palcoscenico una metafora letterale dello stile Tintinnabuli di Arvo Pärt. Lo sfollamento del piccolo paese di Curon avvenuto nel 1950 diventa così l’espediente narrativo per utilizzare testi e immagini come unici elementi scenici per riavvicinare il teatro alla sua radice più profonda, quella di comunicare attraverso l’immobilità e il silenzio.

Curon/Graun è il progetto vincitore di OPER.A 20.21 FRINGE. Durata: 50 minuti

©OHT-CuronGraun-Still_from_Video-2017-04
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SUPERCONTINENT², titolo di questa edizione del festival, è unvero e proprio sequel dell’edizione 2017, pensato per sviscerare e raccontare al pubblico tematiche legate al territorio, ai confini che si sciolgono immaginando un altrove, percorrendo mappe, cambiando scenario ancora una volta, come in una carte dutendre nella quale abbiamo assegnato toponimi.

SUPERCONTINENT² è la nascita di una nuova Pangea, data dai movimenti geologici e dalle tratte migratorie così come dall’intrecciarsi delle discipline e delle arti.
SUPERCONTINENT² è una terra in espansione, in movimento perpetuo che non cessa di generare domande, ipotesi, spostamenti, incontri inaspettati.

In quest’anno di residenze artistiche, produzioni e progetti, Centrale Fies non ha smesso di porsi domande incendiate dalla scorsa edizione.

Come si organizza lo spazio attorno a un centro propulsore di immaginari e pensieri liminali e laterali? Dove finiscono le narrazioni minori? I confini sono linee immaginarie, possono le nuove pratiche artistiche spostarli, ridefinirli, annullarli?

A seguire il 7 luglio l’opening della mostra antologica di Giovanni Morbin, artista concettuale che negli ultimi anni ha condotto una ricerca sulla natura di forma e immagine concretizzata da atomizzazioni di oggetti comuni come ideale riordino artistico del mondo.

Nell’ambito del percorso di valorizzazione e storicizzazione della performance, Centrale Fies dedica un approfondimento a Giovanni Morbin (Valdagno, 1956) a cura di Denis Isaia. Per la prima volta una vista d’insieme racconta uno dei più evoluti interpreti della scena comportamentista italiana. Scandito dalla riproposizione di alcune fra le azioni più note, il progetto espositivo prende spunto da un nucleo di opere pressoché inedito degli anni ’70 e ’80, fino a giungere alle prove più recenti e raccontare una complessa vicenda di mutuazione fra i diversi linguaggi delle arti che ha al centro il corpo e il comportamento.
L’apertura della mostra sarà anticipata dalla performance Il giro del Mondo con partenza da fermo (Movimento con passo falso), il 29 giugno.

A dare il via al festival dal 20 al 22 luglio sarà la sesta edizione di LIVE WORKS Performance Act Award la piattaforma dedicata alla performance art nella quale Centrale Fies continua a rinnovarsi stravolgendo le regole dei premi, trasformando i selezionati in vincitori e la giuria in boardcuratoriale network utile al lavoro dell’artista e a seguire, fino al 28 luglio, una programmazione artistica capace di restituire la ricerca contemporanea sul teatro e sulle arti performative.

Informazioni utili

Curon/Graun
OHT + Orchestra HAYDN Orchester
Idea di Filippo Andreatta e Paola Villani
direzione musicale Stefano Ferrario
regia Filippo Andreatta
set-design Paola Villani
light-design William Trentini
riprese e montaggio video Armin Ferrari
assistenza allestimento Massimiliano Rassu
produzione Laura Marinelli
collaborazione grafica Letizia Tempesta Filisetti
decorazione Nadia Simeonkova, Silvano Brugnara
produzione Orchestra Haydn di Bolzano e Trento | Haydn Orchester von Bozen und Trient
co-produzione OHT, Centrale Fies
“Fratres” per quartetto d’archi
“Fratres” per archi e percussione
“Fratres” per violino, archi e percussione
“Cantus in memoriam Benjamin Britten”

http://www.oht.art/en/

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