Ad un anno circa dalla morte dell’artista Howard Hodgkin (1932-2017), la galleria Gagosian inaugura presso la sede londinese di Grosvenor Hill la mostra personale Last Paintings, una retrospettiva degli ultimi lavori di uno dei più celebri pittori contemporanei inglesi.
La mostra -aperta fino al 28 luglio- raccoglie più di trenta opere, per la prima volta esposte in Europa, risalenti agli ultimi quindici anni di vita dell’artista, e comprende i sei dipinti più recenti completati in India, una terra amata da Hodgkin fin dal suo primo viaggio nel 1964, dei quali cinque sono esposti per la prima volta in assoluto.
Attraversando le due grandi sale si ammirano opere pittoriche dai colori accesi, che solo ad un primo sguardo possono sembrare di natura astratta. L’arte di Hodgkin, infatti, elimina il confine tra astrazione e rappresentazione, tra pensiero e concretezza. Fin dal 1972 Hodgkin rinuncia all’utilizzo della tela in favore di pannelli e cornici di legno, giungendo sempre più a rispettare la fisicità del materiale stesso, rendendo la base parte integrante dell’opera. Verso la fine della sua carriera, Hodgkin applica sempre meno strati di colore, lasciando il supporto maggiormente esposto e permettendo alle cicatrici e alle crepe del legno di entrare in dialogo con la pittura. Un esempio di questo dialogo tra espressione gestuale dell’uomo e fisicità della natura è l’opera in mostra Now (2015-2016) in cui colore e sentimento si inseriscono in un tempo e in uno spazio scelto, in un preciso “hic et nunc” che lascia in evidenza il supporto ligneo sottostante.
È Going for A Walk With Andrew (1995-98) il primo lavoro in cui la pennellata sfugge dallo spazio limitante del supporto invadendo la cornice, una libertà che da quel momento Hodgkin non smetterà più di concedersi. Ciò accade anche nell’opera in mostra Portrait of the Artist Listening to Music (2011-2016) in cui la cornice è resa protagonista, tanto quanto il supporto,di colori, emozioni e movimenti.Questo dipinto mostra l’attenzione dell’artista verso ciò che è intimo e profondo, come il pensiero e il sentimento che affiora in un privato momento di solitudine. Le ultime opere sono caratterizzate da una maggior organicità e il segno pittorico viene impresso con più animo, “Molte persone… sono spaventate dalle immagini che possiedono delle emozioni visibili in sé. Esse si sentono più calme di fronte ad immagini che sono pacate” (Howard Hodgkin). I sentimenti e le passioni sono comunicati anche attraverso i titoli delle sue opere, come Love Song (2015), in cui le sicure e decise pennellate di colore sembrano disporsi sulla base come foglie in balia del vento, leggere e dal movimento imprevedibile.
Ma lo spazio non è l’unica dimensione di cui Hodgkin si appropria all’interno dei suoi dipinti, anche il tempo e il suo trascorrere divengono elementi della composizione artistica. Le sue opere sono statespesso frutto di un lavoro durato mesi o anni, ogni pennellata è il risultato di un lungo processo di riflessione. La meditazione attraverso cui ogni tratto viene ponderato elimina ogni gesto spontaneo, veloce e impulsivo, “Esse (le opere) non sono vaghe astrazioni – Esse sono specifiche” (Howard Hodgkin). Il tempo è presente nell’opera anche sotto forma di memoria, come nel dipinto in mostra From Memory (2014-2015) in cui i colori scuri e chiari si intercambiano con dinamicità, trascendendo il binomio passato-presente e creando un ponte tra tempo e pensiero.
Informazioni utili
Howard Hodgkin, Last paintings
Gagosian Gallery, Grosvenor Hill, Londra
1 giugno – 28 luglio 2018
https://www.gagosian.com/exhibitions/howard-hodgkin–june-01-2018