«Nei dipinti di Dubuffet l’uomo diventa anonimo e sia il pittore che le figure sono assorbite in una geografia turbolenta che ha le qualità dei minerali o del fango. Dubuffet raggiunge il ‘grado zero’ della pittura».
(William Sypher citato in Harold Rosenberg, The De-Definition of Art, Chicago, 1972, p. 82)