Il grande piatto di ceramica Iznik, 44 cm di diametro, datato 1480 circa, ha infiammato l’asta Sotheby’s durante la la Settimana islamica di Londra, finendo aggiudicato per 4,55 milioni di sterline
È da un po’ che andiamo sottolineando – e del resto è sotto gli occhi di tutti – che negli ultimi anni il “terreno” su cui si combattono le più aspre battaglie del mercato dell’arte si va progressivamente ampliando, includendo sempre nuovi ambiti creativi, periodi storici, temperie geografiche e culturali. Nei giorni scorsi sottolineavamo il successo milionario dell’asta di arte tribale tenutasi peraltro in una periferica casa d’aste della Pennsylvania: ora registriamo l’ingresso sulla scena di un “attore” non proprio abituale, la Turchia. È da lì infatti che proviene il grande piatto di ceramica Iznik – 44 cm di diametro, datato 1480 circa – che ha infiammato l’asta Sotheby’s durante la la Settimana islamica di Londra, finendo aggiudicato per 4,55 milioni di sterline su una stima pre-vendita di 300/500mila sterline.
Un lotto sul quale del resto l’attesa era fortissima: visto che si tratta dell’ultimo esemplare – solo recentemente riscoperto – di una serie di quattro grandi piatti simili realizzati durante il regno di Mehmet II il Conquistatore. Appartenuto al bibliofilo e uomo d’affari di origine indiana Max Debbane (1893-1965), è stato ora consegnato per la vendita del 24 ottobre da una collezione privata americana, attraendo ben nove offerenti per una gara poi vinta da un acquirente istituzionale. Il prezzo raggiunto rappresenta il quarto più alto di sempre per l’arte islamica in asta.