L’uovo di Salaì di Monaldi & Sorti. L’allievo di Leonardo da Vinci alle prese con intrighi, complotti e cospirazioni sulla scoperta dell’America
Le avventure misteriose a sfondo storico hanno da sempre un grande appeal sul pubblico, se con Chiesa e Papi di mezzo ancora meglio: da Umberto Eco a Ken Follett, da Dan Brown a Monaldi & Sorti – questi ultimi forse i meno noti al Paese Reale™ a causa delle vicende editoriali un po’ “particolari” che li hanno visti protagonisti.
Dal Nome Della Rosa di Eco, che ha letteralmente aperto il vaso di Pandora, in poi il genere è letteralmente esploso, senza controllo. Lo stesso Eco non ha risparmiato critiche aspre (per usare un eufemismo) sia a Follett che Dan Brow, quest’ultimo così liquidato «un mestatore che diffonde false notizie che si arricchisce con materiale di scarto», sottolineando la distanza tra chi alimenta (e/o crede) nel “ciarpame occultista & massonico” e chi invece (come lui con Il pendolo di Foucault), se ne prende gioco.
I romanzi di Follett invece li aveva definiti «sciatterie nanesche». Su Monaldi & Sorti, da molti considerati i suoi eredi, Eco non risulta invece si sia mai espresso.
Quel che spesso gli autori non considerano è che spesso per i lettori questi sono tutti libri che finiscono nello stesso medesimo cestone dell’autogrill, senza distinzione di intenzioni, prospettiva e accuratezza.
Sempre Umberto Eco, in un’intervista a Repubblica, in proposito dell’impensato successo ottenuto con Il Nome della Rosa, affermava: «oggi diventa popolare un libro difficile perché sta nascendo una generazione di lettori che desidera essere sfidata». Ed è a quei lettori che si rivolgono Monaldi & Sorti con i loro romanzi, in particolare con quelli della saga che vede come protagonista Salaì, al secolo Gian Giacomo Caprotti, figlio adottivo, allievo e assistente di Leonardo da Vinci.
Tre romanzi, I Dubbi di Salaì (2017), L’Uovo di Salaì, fresco di stampa (in libreria da ottobre con Baldini+Castoldi) e il prossimo, a conclusione della trilogia, La Riforma di Salaì, nei quali la coppia di autori ci raccontano alcune delle fake news (ante litteram) che hanno fatto la storia, basandosi su fatti storici autentici e accuratamente documentati.
Il trucco letterario è quello, classico, del manoscritto ritrovato. Nella prima delle avventure di Salaì si trattava di una serie di lettere, per L’Uovo di Salaì invece si tratta di una testimonianza scritta durante un processo. In entrambi i casi scritte di pugno dal Salaì: mangione, illetterato, ma di cervello fino, nonché un gran marpione. capisce la verità a colpo d’occhio e vi arriva per sintesi, non per analisi. Dottrina e erudizione lo annoiano e non perde occasione per screditare e prendere in giro il patrigno, Leonardo, che viene descritto come un finto intellettuale, tanto pigro quanto rosicone. Questa poca attitudine alle lettere da parte di Salaì dà vita a un testo tutto scritto in un italiano latineggiante sgarruppato, sfacciato e irriverente che racconta le avventure paradossali e surreali di questo Arlecchino pasticcione e delinquente che finisce suo malgrado nei meandri di una cospirazione segretissima (di cui, in realtà, non gli può fregare di meno).
Il tutto inizia con una missione per conto di Leonardo, recarsi a Roma per recuperare una copia dell’allora già rarissimo “Cosmographiae introductio cum quibusdam geometriae ac astronomiae principiis ad eam rem necessariis. Insuper quatuor Americi Vespucii navigationes. Universalis Cosmographiae descriptio tam in solido quam plano, eis etiam insertis, quae Ptholomaeo ignota a nuperis reperta sunt”, un volume di cosmografia, anche più semplicemente conosciuto come Cosmographiae Introductio, in cui per la prima volta appare una mappa della Terra in cui l’America è chiamata… America: un “battesimo” in onore di Amerigo Vespucci che passerà alla storia, adombrando per secoli la figura di Cristoforo Colombo – che era figlio di un Papa, anzi era segretamento ebreo, forse massone.
Insomma, sulla scoperta dell’America si sono affastellate nel corso degli anni svariate teorie complottistiche che chiamano in causa di volta in volta la Chiesa, la Massoneria, gli Ebrei o i Templari. Un labirinto di fake news che Salaì dovrà dissipare non solo per arrivare alla verità, ma soprattuto per salvare la pelle.
Del libro, stampato nel 1507, sopravvive una sola copia, ritrovata in Germania e poi venduta per 10 milioni di dollari al Congresso USA e secondo alcune teorie gli autori del preziosissimo documento, Waldseemüller & Ringmann, facevano parte del circolo di ideologi rinascimentali di stanza in Alsazia che ha ispirato la nascita del nazionalismo, del razzismo e del nazismo. Un percorso che Monaldi & Sorti avevano già iniziato nel primo volume della saga, I dubbi di Salaì.
L’Uovo di Salaì è un romanzo originalissimo che, con accuratezza storica e uno stile bislacco, mette in scena un esperimento letterario a metà tra l’avventura picaresca e l’inchiesta storico-politica, conducendo (e invitando) il lettore (che deve sempre essere all’erta) attraverso i meccanismi della Storia e delle sue infinite manipolazioni, una vera e propria sfida tra eruzione e narrativa popolare.
Rita Monaldi e Francesco Sorti, moglie e marito nella vita, sono autori di dieci bestseller internazionali, di cui cinque con protagonista Atto Melani: Imprimatur, Secretum, Veritas, Mysterium e Dissimulatio. Gli ultimi due titoli della serie, Unicum e Opus, sono in preparazione. Nel loro curriculum c’è anche la scoperta a Parigi di un manoscritto inedito di Atto Melani, pubblicato da Baldini+Castoldi col titolo Gli intrighi dei Cardinali.
Hanno inoltre dato il via al giallo storico-satirico con una trilogia picaresca dedicata a Salaì, figlio adottivo di Leonardo da Vinci. La trilogia, di cui L’Uovo di Salaì è il secondo volume, è iniziata con I Dubbi di Salaì (2017) e si concluderà con La Riforma di Salaì. Malaparte – Morte Come Me è stato semifinalista al Premio Strega 2017.