“Quando faccio figure abbinate e somiglianti tra loro ottengo come risultato che l’occhio è indotto ad andare e tornare da una figura all’altra per confrontarle. E ottengo anche questo: ciò che in figura poteva sembrare casuale, ripetuto, acquista importanza e si comprende che ha la sua ragion d’essere. Andirivieni dell’occhio come un pendolo: vorrei che coi miei quadri si potesse convivere in pace come con un lento pendolo silenzioso”.
Massimo Campigli