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Tuymans a Palazzo Grassi, ordinaria collettiva alla Punta della Dogana: promossa la prima, bocciata la seconda

Sturtevant_Felix Gonzalez-Torres AMERICA AMERICA Sturtevant_Felix Gonzalez-Torres AMERICA AMERICA
Sturtevant_Felix Gonzalez-Torres AMERICA AMERICA
Sturtevant_Felix Gonzalez-Torres AMERICA AMERICA

A Venezia la stagione delle inaugurazioni è ufficialmente iniziata. Nel valzer di opening che, da tradizione, vedrà il suo apice in corrispondenza della vernice della Biennale Arte – in programma per la prima decade di maggio – questa settimana fanno la loro parte Palazzo Grassi e Punta della Dogana. I due gioiellini veneziani del signor Pinault hanno aperto le porte alla stampa giovedì 21 marzo con due nuove mostre. Nel palazzo veneziano sul Canal Grande è stata inaugurata La Pelleprima personale in Italia di Luc Tuymans, pittore belga in sneakers, classe 1958, che racconta di aver voluto realizzare, assieme alla curatrice Caroline Bourgeois, una mostra di pittura per il grande pubblico, in grado di superare la contemporanea diffidenza nei confronti del mezzo. E, a onor del vero, c’è riuscito. Punta della Dogana, invece, ospita Luogo e Segni, a cura di Mouna Mekouar e Martin Bethenod, Direttore di Palazzo Grassi – Punta della Dogana, che, spiace dirlo, è la solita minestra riscaldata di opere dalla Collezione Pinault con alcuni momenti illuminati. L’intento di ripercorrere le mostre passate è dichiarato, ma questo non la rende più interessante.

2019 Schwarzheide - mosaico
2019 Schwarzheide – mosaico

Tornando a Tuymans, fatta eccezione per l’inedito grande mosaico in marmo (9,60 x 9,60 m!) che saluta il visitatore nell’atrio di Palazzo Grassi, il resto sono tele, oltre ottanta, datate tra il 1986 e i giorni nostri, di dimensioni variabili, dalla più ridotta alla più monumentale. Una pittura silenziosa, calma, ferma come l’acqua della Laguna veneziana. Le tinte sono sbiadite, assonnate. I soggetti enigmatici, misteriosi, svincolati da una narrazione. Inconsueti i tagli, a volte di memoria cinematografica, altre come fossero frutto del caso. “Il quadro suscita più domande delle risposte che fornisce.” Una capanna, un lampadario spento, un marciapiede, epifanie di fiori, frammenti di architetture e di corpi, come stralci di un ricordo sfuocato o residui di un sogno. Poi però si scopre che c’è un mondo dietro. Ogni tela custodisce dei segreti, per citare il titolo del piccolo ritratto del 1990 che domina la scalinata del palazzo. I riferimenti alla storia del Novecento, dal nazismo al disastro di Cernobyl, alla televisione trash figlia del Grande Fratello, sono lì davanti a noi, anche se facciamo fatica a riconoscerli, ingannati da una pittura innocente, furbescamente anonima.

Wyn-Evans_We are in Yucatan
Wyn-Evans_We are in Yucatan

Se la monografica a Palazzo Grassi convince, non si può dire lo stesso della collettiva tematica progettata per Punta della Dogana. Tra i trentasei artisti e il centinaio di opere selezionate, sono tanti i ritorni che occhieggiano alla decennale storia espositiva dello spazio: la tenda di perline rosse di Felix Gonzalez-Torres, il lampadario in vetro di Murano di Cerith Wyn Evans, i blocchi di vetro di Roni Horn, Well and Truly (2009-2010), stavolta dislocati nel cubo centrale di Tadao Ando. Da segnalare, la sala che mette faccia a faccia le foto della New York degli anni Trenta di Berenice Abbott e le sessanta stampe ai sali d’argento di Liz Deschenes, 60 Frames per Second, che l’artista statunitense ha ottenuto esponendo direttamente alla luce lunare grandi fogli di carta fotosensibile. Emozionante anche il dialogo tra le opere di Alessandro Piangiamore e i piccoli paesaggi di Lucas Arruda. Infine, merita una nota, Hicham Berrada, artista marocchino invitato nella residenza d’artista della Collezione Pinault a Lens, in Francia, che espone Mesk-Ellil (2015), un’installazione di teche-serre progettate per ribaltare il ciclo giorno/notte di un gruppo di gelsomini.

Gonzalez-Torres_Untitled (Blood)
Gonzalez-Torres_Untitled (Blood)

Ci sono la poesia, la natura, il tempo e la memoria, ma questi ingredienti non bastano a fare di Luogo e Segni una mostra indimenticabile. Siamo ben lontani dalla progenitrice Mapping the Studio che nel 2009 battezzò quegli spazi appena restaurati, regalando alla città di Venezia un nuovo museo.

La Pelle - Luc Tuymans, Palazzo Grassi, Venezia
La Pelle – Luc Tuymans, Palazzo Grassi, Venezia
Horn_Well And Truly
Horn_Well And Truly
2012 Issei Sagawa
2012 Issei Sagawa
1998 Hut
1998 Hut

INFORMAZIONI UTILI

La Pelle – Luc Tuymans

sino al 6 gennaio 2020

Palazzo Grassi, Campo San Samuele 3231, 30124 Venezia

Luogo e Segni

sino al 15 dicembre 2019

Punta della Dogana, Dorsoduro 2, 30123 Venezia

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