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Vanità delle vanità. Bolle di sapone tra arte e scienza alla Galleria Nazionale dell’Umbria

Man Ray, Lee Miller Blowing Bubbles, Lee Miller Archives, Essex (UK)
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Vanità delle vanità, tutto è vanità. Un’inedita ricerca sul tema delle bolle di sapone tra scienza e storia dell’arte attraversa più di 500 anni di storia fino ai giorni nostri: Bolle di sapone. Forme dell’utopia tra vanitas, arte e scienza, dal 16 marzo al 9 giugno 2019 alla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia, a cura di Michele Emmer e Marco Pierini.

L’esposizione prende le mosse dal lavoro pluridecennale di Michele Emmer -ordinario di Matematica all’Università La Sapienza di Roma- Bolle di sapone tra arte e matematica (Bollati Boringhieri, 2010), in cui vengono esplorate le dinamiche relazionali sull’argomento tra matematica, pittura, fisica e architettura. Il volume -Premio Viareggio 2010- ispira così la prima mostra tematica dedicata alle sfere iridescenti, presenti nella storia dell’arte, figurate iconograficamente come simbolo di vanità e caducità, e materia di studio e ricerca in ambito scientifico.

Karel Dujardin, Allegoria della vanità umana, 1663, oil on canvas 139,2 x 117,1 x 9,3 cm, Copenaghen, Staten Museum for Kunst
Karel Dujardin, Allegoria della vanità umana, 1663, oil on canvas 139,2 x 117,1 x 9,3 cm, Copenaghen, Staten Museum for Kunst

La mostra si propone come un percorso trasversale che attraversa gli sviluppi in entrambi gli ambiti, dal 1500 alla contemporaneità del XXI secolo, con più di 60 opere provenienti da importanti realtà museali come la Galleria degli Uffizi di Firenze, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, la National Gallery di Londra e quella di Washington. Da Fra Galgario a Giulio Paolini, da Jan Bruegel il Giovane a Max Beckmann, da Karel Dujardin a Man Ray, il tema delle bolle di sapone ha destato la curiosità di artisti e scienziati fino a giungere nell’ambito dell’architettura contemporanea con il progetto della maquette del Water Cube, la piscina olimpionica di Pechino realizzata dallo studio australiano PTW Architects.

Max Beckmann, Self Portrait with Bubbles, 1900, collezione privata

Una sezione speciale è riservata a stampe, incisioni, fotografie, locandine e manifesti che ripercorrono la figurazione delle bolle nella comunicazione pubblicitaria, in particolare tra tutte spiccano le affiche provenienti dalla Collezione Salce di Treviso, come il manifesto del sapone Pears, ispirato dal dipinto Soap Bubbles, del pittore e illustratore John Everett Millais (1829-1896). Un secondo nucleo espositivo documenta il ruolo delle bolle di sapone nella sperimentazione scientifica settecentesca, nelle ricerche sulla rifrazione della luce e sui colori, fino a quelle sulle superfici minime o sulle forme di aggregazione organica della materia. Il libro di Isaac Newton Opticks, or a Treatise of the Reflections, Refractions, Inflections and Colours of Light -proveniente dalla Biblioteca Oliveriana di Pesaro- datato 1706, costituisce la punta di diamante dell’approfondimento scientifico della mostra, qui infatti il fisico inglese descrive dettagliatamente i fenomeni osservati sulla superficie delle lamine saponate.

Karel Dujardin, Allegoria della vanità umana, 1663, oil on canvas, 1392x1171x93 cm. Copenaghen Staten Museum for Kunst
Giulio Paolini, Belvedere, 1990, matita e collage su carta blu, collezione privata

Informazioni utili

Bolle di Sapone. Forme dell’utopia tra vanitas, arte e scienza
Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria (corso Pietro Vannucci, 19)
dal 16 marzo al 9 giugno 2019

Orari:
da martedì a domenica, 8.30-19.30
lunedì 12.00-19.30 (ultimo ingresso ore 18.30)

Contatti:
Tel. 075.58668415
gan-umb@beniculturali.it

Galleria Nazionale dell’Umbria

[*Man Ray, Lee Miller Blowing Bubbles, Lee Miller Archives, Essex (UK)]

Vanitas vanitatum et omnia vanitas. Bolle di sapone tra arte e scienza alla Galleria Nazionale dell’Umbria

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