Un’opera di arte pubblica quasi invisibile ma in grado di suscitare emozione, speranza e aggregazione. Ogni volta che nasce un bambino al Policlinico Gemelli, l’intensità delle luci di Piazza del Popolo si intensifica e pulsa per 30 secondi.
“I lampioni di Piazza del Popolo sono collegati con il reparto di maternità del Policlinico Agostino Gemelli. Ogni volta che la luce pulserà vorrà dire che è nato un bambino.
Quest’opera è dedicata a lui e ai nati oggi in questa città”
Così recita la didascalia nelle lastre di metallo disposte nei vari punti di accesso a Piazza del Popolo, parte essa stessa dell’opera ‘Ai nati oggi’ di Alberto Garutti, in quanto medium tra lo spettatore occasionale e l’immagine. In quel momento anche il passante di turno, entrerà a far parte dell’opera generando una grande performance collettiva di urbanistica narrativa che assumerà di volta in volta forme e significati diversi e irripetibili.
L’opera infatti, si presta a più letture. La più immediata rimanda evidentemente al valore universale della vita, attraverso la luce, essenza del tutto. E in un paese vecchio e a crescita zero, non può che suscitare emozioni sincere e speranza nel futuro. Quello che rende l’immateriale un’opera d’arte però, é l’interazione delle persone presenti nella piazza che vanno inconsapevolmente a modificare il contesto urbano iniziale. Si tratti di un applauso liberatorio, di un sorriso, di un commento o dell’attesa di una rivelazione luminosa dopo aver letto il testo della didascalia, il pubblico entra a far parte dell’opera generando a sua volta molteplici immagini eterogenee delle quali l’artista non ha il controllo ma che cerca di suscitare attraverso una sorta di ‘regia ‘ che egli stesso definisce ‘machiavellica’:
“Ai nati oggi è un’opera che si relaziona con la città a differenti scale, che è visibile e non visibile: produce una sorta di urbanistica narrativa – afferma Alberto Garutti – Quando penso a questo lavoro, immagino sempre una mappa della città fisica che pulsa e una mappa della città mentale che ogni passante produce. L’immagine che racconto è in fondo una natività, un tema classico della pittura…”
Non é la prima volta che l’artista si cimenta con questa sorta di natività contemporanea. Il lavoro di Piazza del Popolo infatti ha dei precedenti in altre città. Il valore della celebrazione della nascita è universale ma è ovvio che ogni installazione, dialogando con il contesto circostante, assume connotazioni sempre nuove.
Una volta rivelato il concept del progetto resta la curiosità di scoprire il meccanismo effettivo che sottende l’opera. Il mistero è presto svelato: tramite un pulsante premuto nel reparto del Gemelli in occasione di ogni nuova nascita, il sistema di lampioni aumenta gradualmente l’intensità luminosa della piazza, per poi tornare dopo circa trenta secondi alla media costante di illuminazione. Considerata la media del reparto maternità del Policlinico di 11 parti al giorno, se vi trovate a passare per Piazza del Popolo avrete concrete possibilità di assistere all’emozionante momento nel quale la comunità accoglie e celebra la nuova nascita per mezzo della rivelazione di luce. Avete tempo fino a dicembre.
Il progetto, a cura di Hou Hanru e Monia Trombetta è realizzato dal MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo in collaborazione con la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e promosso da Roma Capitale, con il supporto di Acea e Areti.
Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI attribuisce idealmente all’opera ulteriori significati :
“In un momento di paura, indifferenza e violenza, questo progetto di Alberto Garutti è un meraviglioso benvenuto alla vita, un gesto di accoglienza, un abbraccio all’esistenza preziosa di ognuno, di ogni essere umano senza identificazione di nazionalità, etnia, religione. Un inno alla delicatezza e alla sacralità dell’umano -.Con quest’opera di arte pubblica il MAXXI ancora una volta esce dalle gallerie del museo per trasformare le strade e le piazze di Roma in luoghi di incontro, condivisione e confronto attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea”.