Autunno da collezione a Londra: contemporaneamente a Frieze, il 4 e 5 ottobre Christie’s presenta due aste incentrate sulle opere del Gruppo UniCredit. Tra i lavori proposti, spiccano quelli di Gerhard Richter e Yves Klein.
Ovunque ottobre segna la definitiva chiusura dell’estate e l’inizio della nuova stagione artistica. Non fa eccezione Londra, dove il punto di partenza coincide anche con l’apice del fermento collezionistico. Così la prima settimana del mese incrocia Frieze, la fiera d’arte contemporanea più attesa dell’anno, con due aste di primordine organizzate da Christie’s. Nell’aura crepuscolare di un’era che forse volgerà al termine (l’Artexit incombe), la casa d’aste propone una selezione delle opere appartenenti al Gruppo UniCredit. Un’asta particolare e particolarmente attesa, alla quale si aggiungono altri appuntamenti, tra cui quelli di Amsterdam e Milano (nel 2020), di vendita delle opere appartenenti all’istituto bancario.
Le prime date da segnare sul calendario sono quelle del 4 e 5 ottobre, quando Christie’s presenterà opere, tra gli altri, di Gerhard Richter, Yves Klein, Ernst Wilhelm Nay, Andreas Gursky, Enrico Castellani, Sam Francis e Nam June Paik. L’artista tedesco si prende la maggior parte delle attenzioni iniziali, con almeno due opere presenti tra gli highlights della sessione. A condurre l’asta serale di Post-War and Contemporary Art di Londra è infatti Abstraktes Bild di Richter, risalente al 1984, un anno fondamentale nella carriera del’artista. Tre metri di larghezza e due di altezza che racchiudono una delle più grandi tele realizzate dall’artista per la sua storica mostra del 1984 a Dusseldorf. Se questa vibrante pittura verde e rossa ha contribuito a consacrare la produzione astratta di Richter sul mercato, altrettanto valida, oltre che parallela, è la sempre presente figurazione realistica. Wiese (Meadow) (1983), anch’esso in asta, è un perfetto esempio dei celebri paesaggi tedeschi fotorealisti che Richter ha prodotto negli anni ’80. Basato su una delle fotografie dell’artista scattate nella Foresta Bavarese, Wiese (Prato) può essere interpretato come un lamento nostalgico per l’innocenza perduta della pittura.
Tra i punti salienti dell’asta segnaliamo anche 7.3.86, sempre di Richter, del 1986; Helle Girlande (Bright Garland) (1957), del pittore tedesco del dopoguerra Ernst Wilhelm Nay; Anonymous Crimean Tartar Who Saved Life of Joseph Beuys — Not Yet Thanked by German Folks di Nam June Paik, un robot su larga scala realizzato con tubi televisivi e fari nel 1993; Erotic arabesque (1987), di Sam Francis; e la stampa cromogenica di Andreas Gursky del 1998 di una folla estatica, Primo Maggio III.
Impossibile, inoltre, non citare Yves Klein. Sculpture-éponge bleue sans titre, (SE 244) si presenta saturata dell’iconico pigmento blu brevettato dell’artista, l’International Klein Blue, altrimenti noto come IKB. La spugna di cui è composta la scultura sembra fiorire dal suo supporto come una formazione di corallo organico. Trafitta da un unico buco, evocativo dei buchi e tagli di Lucio Fontana, consente alla luce di penetrare nel suo interno oscuro, illuminando le sue pieghe e fessure.
*Torre UniCredit, Piazza Gae Aulenti, Milano