Intorno a Leonardo porta 9 opere grafiche ispirate al lavoro dell’artista e scienziato italiano al Castello Sforzesco di Milano. Dalla Testa di Leda ai Nodi vinciani, dalle Teste di carattere agli studi equestri: dall’11 settembre al 15 dicembre 2019.
Tanto si è detto e tanto ancora c’è da dire sulla poliedrica figura di Leonardo da Vinci. A Milano, nel 500 anniversario della sua morte, ad occuparsi principalmente della sua memoria e della divulgazione della sua opera è certamente il Castello Sforzesco. Nell’ambito dell’annuale programma di Leonardo mai visto, il palinsesto artistico del museo si arricchisce della mostra Intorno a Leonardo. Opere grafiche dalle collezioni milanesi, dall’11 settembre al 15 dicembre 2019.
La mostra presenta nove rare opere grafiche, realizzate tra gli anni novanta del Quattrocento e la fine del Cinquecento, in grado di raccontare il successo dei soggetti trattati da Leonardo, che hanno lasciato significative tracce nel lavoro di artisti della sua cerchia e per tutti i secoli successivi, provenienti da istituzioni milanesi quali la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, la Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli” e il Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco.
Le opere in esposizione rappresentano un’eccellenza nel genere. La Testa di Leda (circa 1504-1506) rappresenta il volto della mitica Leda, impresso su carta con matita rossa, per l’amore della quale Giove si tramutò in un cigno. In esposizione tre nodi vinciani, appartenenti ad una serie di sei (conservata nelle collezioni della Veneranda Biblioteca Ambrosiana), celebri motivi decorativi incisi a bulino partendo dalle invenzioni di Leonardo, realizzati nell’ambito della sua bottega verso la metà degli anni novanta del Quattrocento e oggi conosciuti in pochissimi esemplari.
L’influenza leonardesca si muove trasversale dal 1500, quando, per esempio, è stata la ritrattistica a risentire delle Teste di carattere dell’artista italiano. Nel percorso si incontrano un suggestivo disegno con due teste grottesche – attribuito all’incisore originario di Praga, Wenzeslaus Hollar (1607-1677) – e uno studio a matita nera di Giovanni Agostino da Lodi (1500-1519 circa), con una testa maschile barbuta. A chiudere l’esposizione un focus sul tema del cavallo, colto sia nella sua naturale bestialità che nella sua veste istituzionale di monumento equestre (probabilmente riferiti alle statue dedicate a Francesco Sforza e Gian Giacomo Trivulzio).