13 figure dipinte su un muro da Keith Haring sono state rimosse e saranno proposte in asta da Bonhams il 13 novembre. La scelta, alla luce della vicenda dell’opera, fa discutere.
Cosa ci facessero dei ragazzi della Grace House, un Centro Cattolico per giovani, in un night club gay una sera del 1983 non è chiaro, ma l’importante è che ci fossero. Si trattava del Paradise Garage, locale dalla vita breve ma dalla fama eterna situato al tempo nei pressi di SoHo a New York. Tra gli avventori regolari che entrarono in contatto con quei ragazzi forse fuori posto, c’era un artista che invece sguazzava nel suo habitat naturale: Keith Haring. Quando i ragazzi lo avvicinarono, gli chiesero di dipingere qualcosa sui muri del loro centro. Da quella stessa notte in poi, al posti delle croci, sulla tromba delle scale della Grace House, avrebbero danzato gli omini stilizzati del writer statunitense.
Pennellate spesse di vernice, tanto brillanti da spingersi quasi verso l’esterno, delineano i netti contorni neri delle celebri figure di Haring. Radiant baby, uno dei simboli più riconoscibili dell’artista, è solo il primo personaggio di un graffito alto tre piani e composto da una dozzina di altre figure danzanti su per le scale. I personaggi sono quelli che lo hanno accompagnato per tutta la vita: il cane che abbaia, una persona con un torso a cavatappi, due figure congiunte con un buco nel petto condiviso. Haring ha lavorato cercando di incorporae l’architettura nel lavoro. La figura finale, al terzo piano, è tagliata a metà busto dalla porta di quello che era l’appartamento del signor Mallon, al tempo il direttore del centro, dove sembra tuffarsi a capofitto. E al piano terra, la testa di una figura sventolante è in realtà una lapide che commemora il fondatore della Grace House.
L’opera è singolare per la leggera idiosincrasia tra il luogo e l’artista, per la spontaneità con cui è nata, per la rapidità di pensiero ed esecuzione (Haring non ha preparato schizzi ma ha lavorato direttamente sul muro, in una sola notte) e per l’energia e la speranza che ha diffuso nel centro.
Per questo fa discutere il destino toccato in sorte al graffito: la Grace House ha chiuso e l’edifico che la ospitava è stato messo in vendita (ancora senza successo, nonostante la trasformazione in spazio residenziale) dai proprietari, ovvero la vicina Chiesa dell’Ascensione; l’opera, però, è stata preservata, sezionata meticolosamente, rimossa dal muro e portate a Bonhams, dove saranno messe all’asta come un’unico pezzo il 13 novembre.
La chiesa ha speso circa $ 900.000 per estrarla. Una ditta di conservazione e restauro, la EverGreene Architectural Arts, ha scavato le 13 figure ritagliando ogni pezzo, separando l’intonaco dipinto dal pesante supporto in terracotta e sollevandoli dalla tromba delle scale al piano terra. Ciascuno pesa fino a mille libbre.
Non è la prima volta che un graffito di Haring viene rimosso dalla sua sede originale, è inusuale invece che venga messo all’asta. Inoltre, la vicenda è resa complessa almeno per due ragioni: Haring aveva realizzato il lavoro per i ragazzi della Grace House, non per la chiesa e non ha mai avuto a che fare con una questione economica; inoltre, se qualcuno dovesse giovare di questa vendita, forse non dovrebbe essere la chiesa con cui, appunto, non c’è mai stata relazione.
“Siamo delusi. Questo graffito non dovrebbe diventare di proprietà di un collezionista privato. Era nato per illuminare una stanza piena di bambini. Quella chiesa sta beneficiando dell’opera, ma non hanno assolutamente nulla a che fare con essa. La vicenda è un po ‘discutibile, mi fa sorridere”
Gil Vazquez, acting director and president of the Keith Haring Foundation
La casa d’asta Bonhams, dal canto suo, non intende mettere restrizioni alla vendita. Non resta che sperare che, per mantenere in minima parte l’integrità e lo spirito dell’opera, questa venga ceduta ad un’istituzione museale.
*Keith Haring – Grace House, New York