Palazzo Morando presenta i memorabili anni ’60 del capoluogo lombardo. Tra novità, pensiero creativo e industrializzazione, la Milano di cinquant’anni fa viene raccontata fino al terribile epilogo: la strage di Piazza Fontana.
“Non si tratta di conservare pigramente le forme, ma di conservare il coraggio antico di crearne continuamente delle nuove… così fanno i milanesi.”
Gio Ponti
Epicentro d’innovazione, nazionale e internazionale. Questa è la Milano degli anni ’60. Un decennio magico che si riassume proprio attraverso questo termine: Innovazione. È in questi anni che si configura una Milano moderna, al passo con i tempi, o forse qualche metro più avanti. Assume un nuovo profilo, cosmopolita e industrializzato, promuovendo progetti di ricostruzione urbana che portano alla creazione dei primi grattacieli, come il Pirellone e Torre Galfa. Sorgono inoltre nuovi quartieri periferici, tangenziali e persino la metropolitana, il cui stile unico e riconoscibile viene ideato da Franco Albini e Bob Noorda.
Sono anni fertili per tutte le forme in cui si esprime il tessuto creativo, dall’arte, con Lucio Fontana, al design, con personalità come Bruno Munari e i fratelli Castiglioni, passando per la fotografia e la musica. La città, guidata dal boom economico, è pronta ad accogliere i più grandi artisti della musica mondiale, come Billie Holiday e persino i Beatles. A poco a poco, il capoluogo lombardo inizia ad assumere il ruolo di guida morale ed economica dell’intero paese.
Palazzo Morando offre ai visitatori un rewind, un viaggio nel tempo. Dal 6 novembre 2019 al 9 febbraio 2020 presenta la mostra Milano anni ’60. Storia di un decennio irripetibile. Il percorso espositivo, diviso in mini ambienti, ripercorre il decennio memorabile che ha consacrato l’importanza della città di Milano a livello internazionale, attraverso fotografie, oggetti di design e manifesti. La stagione di grande splendore e la mostra iniziano dalla ricostruzione urbana della città, analizzando il fermento e la forza progettuale che ha guidato i milanesi in questa rinascita. Il percorso poi procede con le grandi novità del decennio, figlie del design e dell’arte. Bar e semplici locali diventano luoghi di incontro tra le personalità più in vista di Milano, tra cui artisti, intellettuali, musicisti. Non si può dimenticare il Derby club, il Bar Jamaica o la Galleria della Buffola.
La città si muove in questo cammino virtuoso e positivo fino al momento drammatico: la strage di Piazza Fontana. 17 morti e più di 100 feriti: il drammatico epilogo che sigilla il decennio. Il 12 dicembre 1969 segna la fine non solo di dieci anni, ma di un’era. Dopo l’attentato alla Banca Nazionale dell’Agricoltura, nasce nelle persone la paura di vivere di nuovo. I cabaret, le gallerie, i locali sono vuoti. Le strade affollate solo dal preludio dei terribili anni ’70, animati dalla malavita e dal terrorismo.
Dopo cinquant’anni dalla strage, la mostra si pone di raccontare al visitatore una Milano più giovane, ostinata e creativa. Attraverso questo sguardo al passato, possiamo trovare diverse analogie con la Milano attuale, forse un po’ più riflessiva e titubante. La Milano degli anni 60 ha dimostrato di essere in grado di raccontare un pezzo di futuro.