Dopo la partecipazione nel 2017 a Darsena Residency e la mostra finale Tigers in flip-flip, il collettivo VOID con base a Bruxelles torna alla galleria veneziana Massimodeluca. La mostra Voyager, curata da Marina Bastianello e di cui protagonista indiscussa è la voce, sarà fruibile dal 16 novembre al 23 dicembre 2019.
Solitamente VOID, composto da Arnaud Eeckhout (Belgio 1987) e Mauro Vitturini (Italia 1985), realizza installazioni tridimensionali che dialogano con il contesto spaziale e temporale circostante, muovendosi soprattutto nel campo delle Arti Visive e della Sound Art. Il progetto espositivo Voyager nasce dalla scelta di indagare il campo della voce, attraverso una ricerca che ha visto il collettivo attivo protagonista della recente residenza semestrale all’International Studio & Curatorial Program di New York. Qui le analisi del Golden Records, la missione visionaria degli anni settanta, hanno spinto VOID a riflettere sull’importanza atavica della testimonianza sonora dell’uomo sulla terra.
Si tratta di un lancio nello spazio risalente al 20 agosto 1977 di due sonde gemelle, partite a distanza di una settimana l’una dall’altra: Voyager 2 e Voyager 1. Al loro interno i dispositivi contengono dischi fotografici in oro, denominati Golden Records, sulla cui superficie è inciso un messaggio rivolto a possibili intelligenze extraterrestri. I suoni registrati, tra cui musica, voci, versi d’animale, macchine e l’immancabile discorso del presidente degli Stati Uniti d’America, vogliono essere un’enciclopedia, anche se inevitabilmente parziale e occidentale, dell’umanità. Ancora oggi questi due dispositivi rappresentano gli oggetti umani più lontani che esistano, in un viaggio continuo nello spazio interstellare alla velocità di 17 chilometri al secondo.
Portavoci di una frammentaria testimonianza d’umanità nello spazio, i Golden Records aprono diverse riflessioni su prossimi scenari distopici, ma soprattutto dimostrano la volontà di imprimere la memoria presente e futura attraverso il timbro della voce. Da sempre, come ci ricorda la curatrice della mostra Marina Bastianello, “La parola è stata un atto di determinazione, di presenza, di esistenza. E uno degli usi delle prime “talking machine” era proprio quello di registrare la voce di persone care per averne un ricordo dopo la loro morte”. A partire da queste considerazione il collettivo ha realizzato una serie di sculture in materiale fonoassorbente e installazioni fotografiche, in cui pietre e ossa si intrecciano al suono di lamenti e canti funebri.
Voyager
VOID
a cura di Marina Bastianello
dal 16 novembre al 23 dicembre 2019
vernissage venerdì 15 novembre 2019, ore 19-20.30
Via Giovanni Pascoli, 9/C, 30171 Venezia VE