L’opera compare nel catalogo dell’asta di Sotheby’s di arte contemporanea del 19 novembre, con un prezzo di vendita stimato tra 750.000 e 1 milione di sterline, il lotto più costoso in vendita
L’interrogativo potrebbe sembrare semplice: è considerato un furto rubare a qualcuno che ha a sua volta rubato? In realtà le cose sono molto più complesse: come sempre succede quando di mezzo c’è Banksy, il cui operare sembra fatto apposta per mettere in crisi il comune pensare, e anche le leggi che non contemplano l’estro creativo come attenuante delle infrazioni. Dunque: nel 2004 Banksy lasciò in una piccola piazza vicina a Shaftesbury Avenue, nel centro di Londra, una grande scultura che faceva il verso a Il pensatore di Rodin, ma che fin dal titolo – The Drinker – voleva ammiccare a un uomo reduce da una sbornia. Con uno di quei coni usati per regolare il traffico in testa a mo’ di cappello.
Il giorno successivo l’artista Andy Link, noto anche con il nickname “Art Kieda”, “rapì” l’opera dal suo basamento, registrando il suo “ritrovamento” alla polizia e poi contattando Banksy per un riscatto: ma l’anonimo street artist rispose offrendo 2 sterline per comprare una latta di benzina e darle fuoco. Link piazzò la scultura nel suo giardino, da dove successivamente sparì misteriosamente. Ora Art Kieda scopre che l’opera riappare nel catalogo dell’asta di Sotheby’s di arte contemporanea del 19 novembre, con un prezzo di vendita stimato tra 750.000 e 1 milione di sterline, il lotto più costoso in vendita: e scoppia un casino. Chi ha titolo per reclamare la proprietà? Parrebbe che Banksy o i suoi collaboratori l’abbiano “recuperata” dal giardino di Link: ma sarebbe un furto? Sotheby’s conferma di aver consultato sia la polizia metropolitana che l’Art Loss Register, con il risultato che il venditore ha il diritto legale di mettere all’asta il pezzo…