L’Asta di Arte Contemporanea di Sotheby’s vince ma non stravince, facendo registrare un solo invenduto (Hans Hartung) ma concedendosi un unico roboante risultato (Cy Twombly). Ottime vendite anche per il solito Lucio Fontana, l’intramontabile Giorgio Morandi e il sempre più apprezzato Mario Schifano.
“Ciò che odo non ha importanza: c’è solo ciò che vedo con i miei occhi aperti, ancora di più, ciò che vedo a occhi chiusi”
André Breton, Le surrealisme et la peinture, Parigi 1928, p. 38
Chiudiamo allora gli occhi e proviamo a guardare ciò che sta accadendo a Palazzo Serbelloni, a Milano, alle 19 circa del 26 novembre 2019. Ecco la scritta Sotheby’s, bianca sul grigio intenso delle pareti, sulle quali si alternano appese ai muri le opere che compongono l’Asta di Arte Contemporanea. Tra di esse possiamo intravedere gli addetti ai lavori sistemare gli ultimi documenti – forse già pieni di ricche commissioni – e testare le connessioni (telefoniche e internet). Accanto a noi i bidder si tolgono la giacca e ingannano il nervosismo respirando l’elettricità che carica l’aria. All’improvviso il variare della melodia della sala ci scuote: il silenzio sovrasta mano a mano il vociare leggero e la sensazione che qualcosa stia accadendo solleva le nostre palpebre. Il battitore è sull’ambone di vendita e già muove ritmicamente le braccia indicando – e prendendone così idealmente possesso – i vari punti di interesse della sala: la platea, la schiera di telefoni, i computer online. Afferra in mano il martelletto: si può partire.
38 lotti possono sembrare gestibili, ma è meglio porre basi concrete. Anche Max Bill definiva la sua arte concreta, così la sua opera 1-7 Hin und Zuruck non perde tempo e scatta subito con un’aggiudicazione per 87,500 euro. Stesse linee razionali, colorazione simile, risultato più che triplicato: Josef Albers vede il suo Study to “White Setting” [Homage to the square] conquistare i bidder – che si spingono fino a 312,500 euro per averlo – nonostante una commissione scritta di 200.000 euro che avrebbe potuto spaventare. Non c’è tempo per la paura – un altro cinico razionalista come Kenneth Noland registra una vendita per 262,500 euro con Raft Way -, mentre c’è spazio per un risata distensiva quando il battitore commenta “Volubile!”, riferendosi ad un bidder che, indeciso, ha tentennato fino all’ultimo (se non oltre) prima di fare l’offerta decisiva di 106,250 euro per conquistare Multiplo pillola: Concetto spaziale, di Lucio Fontana.
“Are you ready?” esclama ancora il battitore. Tutti, dai bidder ai curiosi, non aspettavano altro: si apre il trittico di Giorgio Morandi con Natura Morta, che immediatamente supera la stima massima (800.000 euro) e raggiunge un bidder in sala per 1,068,500 euro. Lo sappiamo, Morandi è delicato e richiede tempo, per questo dobbiamo attendere qualche lotto per gustarci la seconda Natura Morta – particolare perché presenta tre piani orizzontali, non due come la maggior parte dei dipinti -, che incredibilmente viene assegnata (996,500 euro), dopo uno stretto rilancio, allo stesso offerente che si era precedentemente aggiudicato l’altro quadro dell’artista bolognese. Questo deve però rinunciare all’ultimo Morandi, sempre Natura morta, nonostante le offerte si fermino a soli, si fa per dire, 708,500 euro. Un clima misterioso è nell’aria e convince anche quando si declina in forma metafisica: due silenziosi manichini (Gli archeologi) di Giorgio de Chirico raggiungono i 275,000 euro, mentre Il trovatore viene battuto addirittura a 336,500 euro.
A far rumore invece, come sempre, è l’onnipresente Lucio Fontana. Ben 11 i lotti dell’artista presenti, ma ad emergere sono in particolare 3: Concetto spaziale – una scultura ovoidale nera, forata nella parte centrale del corpo – che sfiora la stima massima con i 336,500 euro con cui viene venduto; Concetto spaziale, [Attese] – due tagli che solcano in verticale una superficie verde smeraldo – aggiudicato per 684,500 euro; Frammento di decorazione musiva, un mosaico raffigurante un cavallo che supera ogni aspettativa (compresa la stima massima di 120.000 euro) e viene battuto per 162,500 euro.
Da segnalare poi i destini particolari di quattro artisti con un solo lotto nella sessione: tutti grandi, tutti diversi, non tutti vincenti. Hans Hartung rimane infatti deluso, segnando l’unico invenduto della serata. Alberto Burri può invece essere soddisfatto nell’aver portato il suo Bianco Cretto a quota 612,500 euro; così come Salvatore Scarpitta, la cui attesa opera Untitled riscuote successo (732,500 euro). Il grande trionfo di quest’asta non può che trovarsi però tra i vortici grafici che solcano la tela bianca di Cy Twombly. Untitled ha catalizzato l’interesse di moltissimi bidder, muovendo le offerte più rapide dei segni in penna tratteggiati dall’artista. Come ipnotizzati dall’intreccio mistico di ingenuità e armonia scaturito dall’opera, i rilanci si sono interrotti solo a quota 2,772,500 euro. Una cifra record, il martello a mezz’aria, l’applauso pronto a partire. Ma tutto si ferma, un telefono squilla e un bidder da remoto pensa di rilanciare. Sono attimi sospesi, in cui la giostra sembra dover ripartire. Poi l’offerente telefonico rinuncia e quello in sala può godersi in suo successo tra le congratulazioni dei presenti: è il miglior risultato di sempre realizzato da Sotheby’s Italia in un’asta di Arte Contemporanea.
Un ultimo grande protagonista della serata, senza fare rumore come Twombly o incantare gli occhi come Morandi, è Mario Schifano. Il suo Pop europeo, se non unico almeno singolare, continua ad accrescere la propria solidità sul mercato e fa centro con tutti e tre i lotti in asta. L’eccentrico Particolare di deserto, con la sua palma quasi fluorescente consegue l’ottimo risultato di 420,500 euro. Buon risultato anche per Vittoria sul sole per Kasimir Malevic, una particolare commistione di futurismo e suprematismo, meravigliosamente descritta da Maurizio Fagiolo Dell’Arco come la “recherche delle avanguardie perdute”. L’opera è stata battuta per 372,500 euro. Ai pittori d’insegne, dove Schifano ridisegna in modo volutamente goffo il marchio della Coca-Cola, è una delle poche opere della serata ad aver superato le attese più rosee: a fronte di una stima massima di 180.000, questa è stata assegnata per 336,500 euro.