Per un mese esatto, il Forte di Bard, in Valle d’Aosta, ospita le 140 fotografie vincitrici del World Press Photo 2019, il più prestigioso premio di fotogiornalismo al mondo. Dal 6 dicembre 2019 al 6 gennaio 2020.
Una bambina honduregna in lacrime mentre sua madre viene perquisita da un agente alla frontiera tra Messico e Stati Uniti. L’abbiamo vista tutti questa fotografia di John Moore, icona dell’epoca della zero tolerance imposta dall’amministrazione Trump, che dopo essersi guadagnata il primo premio della categoria Spot News si è affermata quale World Press Photo of the Year. In gara per il premio più ambito c’era anche Panos Being Pregnant After FARC Child-Bearing Ba, firmata Catalina Martin-Chico, il ritratto di un’ex guerrigliera della FARC, movimento ribelle colombiano, incinta per la sesta volta dopo aver interrotto cinque gravidanze durante gli anni di militanza. Mentre ad aggiudicarsi il primo premio della categoria Nature sono le rane dalle zampe tagliate di Bence Máté, che in Romania vengono gettate in acqua sofferenti circondate dalle loro uova. Tutte testimonianze chiare e immediate di quel che succede oggi nel mondo, a comporre un ritratto dell’umanità cogliendone le molteplici, e spesso crude, sfaccettature. Questo il primo requisito delle fotografie che hanno partecipato al World Press Photo 2019, 78.801 quest’anno, provenienti da 129 paesi.
Il premio di fotogiornalismo più prestigioso al mondo, ideato nel 1955 dalla World Press Photo Foundation (organizzazione indipendente senza scopo di lucro con sede ad Amsterdam), va in scena al Forte di Bard, in Valle d’Aosta, per un mese esatto: dal 6 dicembre 2019 al 6 gennaio 2020. 140 fotografie vincitrici e più rappresentative dell’anno passato, suddivise nelle 8 categorie del concorso: Environment, General news, Long Term Projects, Spot news, Nature, Portraits, Sport e Spot news. Le immagini sono state scelte da una giuria composta da 17 professionisti e presieduta da Whitney C. Johnson, vice-presidente della sezione che si occupa di contenuti visivi ed immersivi del National Geographic. Tra i finalisti di quest’anno, anche tre italiani: Marco Gualazzini, che ha ricevuto il primo premio categoria Environment-Stories, con il suo scatto che ritrae alcuni pazienti in attesa in un ospedale di Bol, in Chad; Lorenzo Tugnoli, che con la sua serie sulla crisi in Yemen ha vinto la categoria General News-Stories e Daniele Volpe, secondo classificato nella categoria General News con la fotografia che raffigura il soggiorno di una casa abbandonata a San Miguel Los Lotes, in Guatemala.
Novità di questo anno, l’introduzione del Premio World Press Photo Story of the Year, che ha visto trionfare l’olandese Pieter Ten Hoopen con The Migrant Caravan. L’immagine raffigura un gruppo persone che corre verso un camion, fermatosi per dare loro un passaggio, fuori Tapanatepec in Messico. Una testimonianza iconica della carovana di migranti diretta negli Stati Uniti che, tra ottobre e novembre 2018, ha percorso migliaia di chilometri per attraversare il confine in cerca di un futuro migliore.
Informazioni
Dal 6 all’8 dicembre
feriali: 10.00 | 18.00
sabato, domenica, festivi: 10.00 | 19.00
dal 9 al 22 dicembre
feriali: 10.00 | 17.00
sabato, domenica, festivi: 10.00 | 18.00
lunedì chiuso
chiuso il 23, 24 e 25 dicembre
Dal 26 dicembre al 6 gennaio
aperto tutti i giorni
feriali 10.00-18.00
sabato, domenica e festivi 10.00-19.00
lunedì 31 dicembre 10.00-17.00
martedì 1° gennaio 13.00-19.00
Tariffe Intero 8,00 euro | Ridotto 6,00 euro
*John Moore, Crying Girl on the Border