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La Dea Fortuna, al cinema il nuovo (solito) film di Ferzan Ozpetek

la dea fortuna ozpetek

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La Dea Fortuna, al cinema il nuovo film di Ferzan Ozpetek con Stefano Accorsi, Edoardo Leo e Jasmine Trinca. Al cinema dal 19 dicembre

Il cinema italiano è quella roba per cui ti danno una canzone inedita e bellissima di Mina (e già questo è un terno al lotto) e tu pensi bene di usarla come sottofondo mentre delle auto scendono da un traghetto. Questa Luna diamante da qualche parte bisognava pure infilarcela, a quanto pare.

Ferzan Ozpetek cerca di riemergere dal pantano in cui è finita ormai da anni la sua filmografia con un film in cui richiama sé Stefano Accorsi (Le Fate ignoranti), la fedelissima Serra Yilmaz (Harem Suare, Le fate ignoranti, La Finestra di fronte, Saturno Contro) e, per la prima volta, chiama a raccolta Jasmine Trinca (Miele, Sulla mia pelle, La stanza del figlio), Edoardo Leo (Smetto quando voglio, Perfetti sconosciuti) e Barbara Alberti. La scrittrice è stata suggerita a Ozpetek, che cercava “una vecchia cattiva, una che abbia proprio la faccia da carogna”, proprio da Mina.

Dopo film brutti come Magnifica presenza e Rosso Istanbul, con Napoli Velata – per non tornando alla compiutezza delle prime opere – Ozpetek sembrava essere tornato sulla giusta carreggiata, con un buon equilibrio tra gli elementi che l’hanno reso uno dei registi più amati dagli italiani che sanno leggere e uno sguardo, anche se appena accennato, verso qualcosa di diverso (e buono) per il futuro. la dea fortuna ozpetek

Con La Dea Fortuna il regista (e sceneggiatore) mette in scena la storia di una famiglia arcobaleno, riprendo alcuen delle dinamiche a lui care già dai tempi delle famose fate ignoranti. Arturo, interpretato da Stefano Accorsi, e Alessandro, Edoardo Leo, sono una coppia da più di quindici anni, a loro modo felici, come una di quelle coppie che ormai ha messo in cantina il sesso e la passione, a tenerli uniti c’è la quotidianità. La crisi è nell’aria.

Nella loro vita piombano due bambini, i figli di Annamaria (Jasmine Trinca), la migliore amica di Alessandro, nonché sua ex fidanzata ma anche cupido. È stata lei difatti, 15 anni prima, a farli conoscere. Annamaria lascia a loro i bambini per un ricovero ospedaliero, accertamenti.

La prima parte del film lascia sperare per il meglio, come spesso accade nelle sue pellicole Ozpetek è un maestro nell’imbastire il contorno perfetto: familiare, malinconico e scanzonato, con personaggi in bilico tra il comico e il drammatico. Tanto che i personaggi secondari, di contorno, rischiano di avere storie più interessanti dei protagonisti, come nel caso del personaggio di Filippo Nigro, affetto da una precoce demenza e accudito amorevolmente da una moglie, a suo modo gioiosa, di avere un marito che, non riconoscendola più, ogni giorno si innamora nuovamente di lei. la dea fortuna ozpetek

Per il resto La Dea Fortuna si trascina nella seconda parte con una sceneggiatura zoppicante, dando spazio a dei protagonisti grigi, arrabbiati ma privi di passione. Accorsi e Leo nemmeno si toccano, fanno sesso solo con altri (ma dietro le quinte). Solo la presenza di un uber-villain, la madre di Annamaria (una malefica Barbara Alberti che chiudeva i figli nell’armadio), sembra in qualche modo trascinare loro e la storia verso una svolta. Ma il film, nell’insieme, sembra un “mischione” dei tòpoi di un cineasta senza (più) alcuna ambizione formale.

Alla Dea Fortuna va riconosciuto però il pregio di portare sullo schermo una coppia omosessuale il cui problema non è la propria identità, ma la propria felicità. Nell’Italia 2019 è già qualcosa di fantascientifico.

Bella sorpresa Cristina Bugatty, qui incaricata di incarnare col suo personaggio l’immancabile omaggio (dazio) a Mina. Barbara Alberti poi, che fa Barbara Alberti, starebbe bene in qualsiasi film italiano, come nonna tremenda, nonna amorevole, vecchia perfida o fata madrina. Con quel volto che si ritrova, ieratico e candido  al contempo, sarebbe perfetta ovunque. Speriamo ci prenda gusto. la dea fortuna ozpetek

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