Corto circuito Tolo Tolo. Il nuovo film di Checco Zalone è record di incassi ma non piace a nessuno: per la destra è ingannevole, per la sinistra non fa ridere
Tutti parlano di Checco Zalone. Era da anni che un film non polarizzava su di sé tanta attenzione mediatica. Ne parlano i critici, i politici, la gente per strada o al bar. Tutti. Nemmeno la Grande Bellezza di Sorrentino col suo Oscar aveva fatto parlare così tanto. Questo perché, in realtà – andando a ben vedere, nessuno parla del film di Zalone in sé, Tolo Tolo, ognuno parla della propria interpretazione della pellicola, che intanto è già record di incassi.
Dopo i 60 milioni di € incassati con Quo vado?, Zalone (al secolo Luca Medici) era atteso con enorme curiosità e con aspettative altissime. Tolo Tolo, tra l’altro, per la prima volta vede alla regia proprio Zalone, che era stato sempre diretto da Gennaro Nunziante. Il sodalizio tra i due però è terminato, Nunziante ha continuato la sua carriera con Rovazzi (Il Vegetale, 2018) ed è andata come è andata, Medici invece nel frattempo ha deciso che la persona più adatta per dirigerlo è… sé stesso. Alla sceneggiatura è stato chiamato Virzì (La Pazza gioia, Notti magiche) e insieme i due hanno dato vita al canovaccio di Tolo Tolo.
Il fatto curioso è che a questo giro Zalone scontenta tutti. La sinistra non ride (in genere non ne è molto capace, per natura), lamentando che certi temi non si affrontano “così”, la destra invece, dopo essersi fatta abbindolare dal trailer con la canzone “sovranista” (Immigrato / Quanti spiccioli ti avrò già dato / Immigrato / Mi prosciughi tutto il fatturato), ha dovuto fare marcia indietro.
Salvini, durante un congresso a Chieti, era addirittura corso in difesa del povero Zalone accusato di razzismo: «Voglio Checco Zalone senatore a vita». Poi però il film è uscito nelle sale (tutte, letteralmente: 1.286 sale), e anche La Russa ha voluto dare il suo apporto critico: «Zalone ha truffato con trailer sovranista ma suo film è una storiella noiosa (…) buonista, scontata, banale. Checco Zalone ha ceduto la sua verve comica all’opportunismo, facendo così un film che piace ai radical chic e alla critica di sinistra». In difesa del povero La Russa va detto che la chiacchieratissima Immigrato nel film poi nemmeno c’è, confermando così che è stato un vero e proprio (furbissimo) specchietto per le allodole.
Il pubblico, più in generale, mugugna. Qualcuno lascia la sala a metà proiezione.
Gioisce invece Michela Murgia, che twitta: «Vorrei nei politici di sinistra la metà del coraggio dimostrato da Checco Zalone in #tolotolo, la stessa libertà di rischiare il gelo ai titoli di coda perché ha preferito il senso al consenso. Grazie», tirando così un affondo alla sinistra che “non si gioca con gli stereotipi”. Sgarbi, che – per una volta – si mantiene equidistante dalle polemiche commenta: «È cambiata l’Italia e sono cambiati gli italiani, ma Zalone corrisponde a una tipologia che gioca con gli italiani e i loro vizi, come faceva Sordi». E con Tolo Tolo il comico dei record fa proprio questo, prende in giro gli italiani, a destra e a manca (dai sovranisti alle sardine), tutti ci cascano convinti che parli di immigrazione, e nell’epoca del permalosismo spintissimo tutti si offendono – cercando di scaricarlo addosso alla fazione politica opposta.
La pellicola, in senso strettamente cinematografico (non che la cosa interessi realmente a qualcuno), ha i difetti di un esordio dietro alla macchina da presa nato più come un piano B che come vera vocazione. Virzì dà una mano a rendere la storia coesa, ma qui e là tende a dominare un tono compendiario e sfilacciato, ma nel complesso Zalone riesce a portare a casa un film che funziona (forte anche del minutaggio, 90 minuti, che non concede spazio a lungaggini e sbrodolature). Si ride? Qualche volta.
Al botteghino Tolo Tolo è partito benissimo, complice l’estenuante campagna di marketing che ci ha bombardato col trailer, le polemiche e l’attesa per un personaggio amatissimo dal grande pubblico: il film nella sola prima giornata di programmazione ha incassato 8.680.232 €, arrivando a incassarne 34.923.408 € al 7 gennaio. Quo vado? pare comunque non sarà battuto nella gara degli incassi, nella prima settimana aveva raggiunto 40 milioni, Tolo Tolo quindi sembra già segnare una battuta d’arresto. Poco male, simili cifre, ad oggi, sono appannaggio esclusivo di Zalone. Il Pinocchio di Garrone, uscito qualche settimana prima, è fermo a 13.931.689 €, il Primo Natale di Ficarra e Picone a 14.968.961 €, il nuovo capitolo dell’epopea Star Wars a 12.628.970 € e l’attesissimo Frozen II a 18.761.324 €. Zalone quindi ha già doppiato tutti.