La galleria 5 del MAXXI – Roma – si apre alla mostra retrospettiva che commemora la poliedrica attività di Giò Ponti, a quarant’anni dalla sua scomparsa. Fino al 20 aprile 2020.
Artista a 360 gradi: architetto, designer, art director, scrittore, poeta e critico. L’architettura come filosofia integrativa di vita è dunque solo un’occasione, seppur grandiosa, per celebrare la polifunzionalità Pontiana.
Il percorso espositivo è curato da Maristella Casciato, Fulvio Irace con Margherita Guccione, Salvatore Licitra e Francesca Zanella. Grazie ad una visita guidata da Silvia La Pergola, Architetto Senior e Architetto Museale del MAXXI, ArtsLife ha il piacere di condurre il lettore nei retroscena allestitivi della mostra.
GIO PONTI. AMARE L’ARCHITETTURA si sviluppa in una superficie di eccezionale spazialità e modularità; la sala magister dell’intero edificio. L’exhibition si articola in otto luoghi tematici interconnessi, non necessariamente percorribili secondo un criterio fisso: Classicismi, Grattacieli, Abitare la natura, Verso la casa esatta, Architettura della superficie, Architettura come cristallo, Facciate leggere e Sguardi contemporanei.
Notevole è la gamma tematica proposta e in primis sperimentata dall’artista. La galleria è aperta ed allestita con pedane, tavoli, superfici pendenti ed elementi verticali; l’idea è quella di creare delle stanze a forma di cristallo, figura chiave dell’architettura Pontiana.
L’avanguardia secondo cui la sala stessa è stata progettata è il grande ostacolo che l’allestimento ha dovuto superare. La presenza di un pavimento dal ritmo altalenante, che alterna superfici piane a superfici in pendenza, è stata ovviata dall’inserimento di pannelli ad hoc. Si tratta di pareti sospese che, come pagine di un libro, sembrano non avere peso. Parallele al pavimento, si uniscono a formare tre stelle dagli angoli acuti senza mai congiungersi davvero.
Lo spazio che resta tra di esse è necessario affinché lo sguardo dell’osservatore penetri.Un omaggio a Ponti che predilesse, nei suoi lavori, spazi chiusi ed angoli acuti anziché retti così da rendere la smaterializzazione dell’ingombro.
Ricorrente nella mostra è l’utilizzo di due palettes di colori: pastello per gli interni e mediterranea per gli esterni. Quest’ultima è emblematica nel progetto di Parco dei Principi per Roma e Sorrento.
La dimensione della casa è espressione dell’utilizzo di una gamma cromatica chiara e basilare;
“la casa è centro della vita personale e dell’identità umana, solo in essa e nella misura dell’uomo nel suo spazio domestico si può trovare la misura adatta dell’architettura”.
Vi è inoltre la presenza di un gran numero di fotografie, stampe su laminato, plastici di grattacieli ed edifici della Città Universitaria de La Sapienza.
Geniale l’allestimento e l’approccio curatoriale del team di architetti museali che rendono la mostra un ottimo esempio di cooperazione delle arti del XXI secolo.
Informazioni
Giò Ponti. Amare l’Architettura
Fino al 20 aprile 2020 – MAXXI – Galleria 5
Info: info@fondazionemaxxi.it – www.maxxi.art
Informazioni biglietteria tel: 06 3201954 (dal martedì alla domenica, ore 10.00-18.00)