«Se il Gange vive, vive anche l’India. Se il Gange muore, muore anche l’India» VANDANA SHIVA
In mostra una selezione di 27 fotografie che spaziano fra il distacco della fotografia documentaria e una risposta quasi pittorica alle condizioni ecologiche e atmosferiche del Gange. Grazie a un linguaggio poetico e sempre misurato e attraverso quella che può essere definita una “estetica dell’inquinamento“, il fotografo muove la sua lente sul disastro ecologico che affligge il fiume più sacro e venerato dell’India, il Gange.
Ganga Ma è iniziato come progetto documentario a lungo termine, concepito come testimonianza dello svolgimento di un disastro ecologico in corso. Tuttavia, nel processo creativo Giulio Di Sturco ha modellato un vero e proprio linguaggio visivo, capace di mostrarsi sensibile ai cambiamenti già avvenuti sul Gange e di indagare il paesaggio in cerca di segni di ciò che ci aspetta.
Il Gange è un esempio emblematico della contraddizione irrisolta tra uomo e ambiente, poiché è un fiume intimamente connesso con ogni aspetto – fisico e spirituale – della vita indiana. Tutt’oggi costituisce una fonte di sussistenza per milioni di persone che vivono lungo le sue rive, fornendo cibo a oltre un terzo della popolazione indiana. Il suo ecosistema include una vasta eterogeneità di specie animali e vegetali, che stanno però scomparendo a causa dei rifiuti tossici smaltiti ogni giorno nelle sue acque. È chiaro che il fiume sia sull’orlo di una crisi umanitaria e di un disastro ecologico.
Giulio Di Sturco ci invita a entrare nell’opera e dopo l’iniziale stordimento dell’immagine seducente e poetica, che rivela la maestosità della natura dalla prospettiva del fiume e delle sue rive, a vedere la sua tossicità, l’effetto devastante della industrializzazione ma anche dei cambiamenti climatici e dell’urbanizzazione.
Un invito reso anche dalla selezione accurata della carta usata per la stampa che ha una sottile texture che rende un effetto quasi tridimensionale all’immagine. Scattate soprattutto alle prime luci dell’alba, quando la luce è più tenue, le immagini di Ganga Ma sono imbevute di un caldo color sabbia che trasmette la sensazione di aridità della terra. Il processo fotografico non tenta di privilegiare né i primi piani, né gli sfondi, consentendo alla luce e alle sfumature di irrompere nelle immagini senza gerarchia alcuna.
Per sensibilizzare anche i più piccoli a un tema così importante, la Fondazione Stelline organizza i laboratori per bambini ”Come stai, Fiume?”, ispirati al tema della mostra, a cura della sezione didattica Play Art. La domenica (1 e 22 marzo) e il sabato (7 e 14 marzo,) dalle ore 16.30, i bambini dai 5 ai 10 anni, accompagnati da un adulto, sono invitati a svolgere un’attività artistica che rifletta sull’inquinamento e sui cambiamenti climatici che stanno modificando il nostro pianeta. L’attività è gratuita (da pagare a parte il costo del biglietto della mostra. È previsto anche un biglietto speciale famiglia: € 10 adulto+bambino 6-18 anni; ingresso gratuito per bambini fino ai 6 anni); si consiglia prenotazione a playart@stelline.it
GIULIO DI STURCO. GANGA MA
a cura di Eimear Martin
Dal 6 febbraio al 22 marzo 2020
Orario: martedì – domenica, h. 10.00-20.00 (chiuso il lunedì)
Ingresso a pagamento: € 8 intero; € 6 ridotto
(ultimo ingresso un’ora prima della chiusura)
Fondazione Stelline, c.so Magenta 61, Milano
Info: fondazione@stelline.it | www.stelline.it
LABORATORI DIDATTICI
“Come Stai, Fiume? Un viaggio responsabile sul futuro delle nostre acque”
1, 7, 14 e 22 marzo 2020, dalle ore 16.30 alle ore 17.30
Età: dai 5 ai 10 anni (max 15 bambini, accompagnati da un adulto)
Partecipazione gratuita (è consigliata la prenotazione a playart@stelline.it)
È richiesto il pagamento del biglietto d’ingresso alla mostra:
speciale famiglia > € 10 adulto + bambino dai 6 ai 18 anni
bambini fino ai 6 anni > gratuito
adulti: intero € 8; ridotto € 6
Bookshop Fondazione Stelline
c.so Magenta 61, Milano
Info: tel. +39.02.45462.411 | www.stelline.it