Le aspettative erano alte, perchè è normale quando ci si immagina una fiera nel Nord Europa, dove su certe cose ci sanno proprio fare, e infatti è proprio così: Art Rotterdam ha decisamente “spaccato”.
A partire dalla location la Van Nelle Fabriek, un posto vivo, caratterizzato, forse un pò fighetto, ma che sembra costruito apposta per eventi del genere. L’opposto dei classici “non-luoghi” stranianti e faticosi dove solitamente vengono ambientate le fiere. Sorprendente è stato anche il riscontro di pubblico, stand letteralmente straripanti di persone curiose e interessate che spesso mettevano mano al portafoglio, perchè comunque le fiera funzionano davvero quando si vende.
Entrando nel merito delle galleria e delle opere esposte la sezione con le proposte più interessanti è stata senza alcun dubbio la New Art Section dove Double V Gallery, Espai Tactel, Koenig2, Seager, Structura Gallery si sono distinte con progetti monografici ambiziosi e d’impatto. Forse complicati da recepire ma decisamente coraggiosi e incisivi. Ma di gallerie con progetti notevoli, al di fuori della sezione dedicata alla nuovissima arte emergente, possiamo segnalare Hero, White Noise, Maurits van de Laar, Barbara Seiler, The Flat, Martin Kudlek, Zerp e Dudok Degroot. Molto interessante e ben riuscita anche la sezione citizenM Projections dedicata alla video-arte, forse un pò troppo densa ma con proposte di livello museale, per citarne due l’opera di Melanie Bonajo proposta da Akinci Gallery e il lavoro di Sarah & Charles di Cinnamon Gallery.
Infine, giusto per sottolineare la visione di Art Rotterdam, accanto al padiglione prettamente occupato dalle gallerie, un enorme spazio ospitava la collettiva Prospects & Concepts composta da sessantasette artisti emergenti finanziata interamente da Mondrian Fund. Anche qui da segnalare una presenza italiana, Giulia Cenci. Oltre all’artista nostrana sono da segnalare i lavori di Johannes Büttner, Maaike Jaspers, Deniz Eroglu e Sheng-Wen Lo.